Il potere della normalità

Il passo indietro di un leader – fosse anche quello di un semplice parroco d’una parrocchia sperduta (figurarsi un premier, addirittura il Papa!) – è sempre un qualcosa che incuriosisce, divide la platea, che desta stupore. Se un leader, però, avverte di non essere più all’altezza del compito che gli vien chiesto, cosa dovrebbe fare? Continuare a rimandare in onda, sul canale della gloria, la solita faccia da “condannato al potere” o farsi da parte mostrando che una mancata morbosità verso di esso? Anche il potere può diventare una sofferenza.
Come un abito nuovo

Un nome nuovo, da indossare come un abito nuovo. Prezioso, prestigioso, ineguagliabile. Di cui andare orgoglioso. Da farci una piroetta di gioia, come le bimbe quando ricevono un bel vestito per partecipare ad una festa. È un invito a scoprirsi amati, oggetto d’amore. Come Maria, «piena di grazia» e «madre», che scopre la libertà di essere “serva del Signore”.
Pienezza di fecondità
La sterilità e la verginità. La gioia e la compiutezza. Le letture, che ci hanno accompagnato in questo tempo (penso, in particolare a Is 54, 1-10) di preparazione al Natale, hanno visto un susseguirsi di donne che hanno inseguito il sogno d’un figlio (come Elisabetta, madre di Giovanni Battista oppure Anna, madre di Samuele), fino […]