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L’altro pomeriggio, la prof, durante il colloquio orale di terza media, chiedeva al candidato il concetto di globalizzazione. Si è così parlato di “mondialitá”, di progresso. Ma, di fronte a quest’era di globalità ai massimi storici, a livello geografico, comunicativo e socioeconomico, mi nasceva dentro una domanda. È una condizione che l’uomo del 21 secolo ha raggiunto per la prima volta o, come spesso accade, è arrivato – ancora una volta – “secondo”?
Se si provano a prendere tre bottiglie di plastica, si bucano trasversalmente, si collegano tra loro con delle cannucce e si riempiono, si ottengono dei semplici vasi comunicanti. Questa è la natura dell’uomo: la relazione che interconnette in modo misterioso ma percepibile ogni creatura. Siamo impastati di comunione. Di più. Siamo immersi in una Unità che ci sovrasta e che ci permea: la comunione dei santi. Una rete infinita – e incapace da contenere e comprendere solo con la testa – che mette in comunicazione il Regno della terra, di noi Pellegrini terrestri, con il regno dell’ Eternità. Vasi comunicanti.
Anche Dante nel terzo canto del Purgatorio lo ha ben compreso. Parla della preghiera di un popolo, ben lontana dalla massa. Parla anche degli scomunicati, coloro che sono estromessi dalla comunione, coloro che hanno dato più credito alla propria ragione a discapito dell’unità e della verità che unisce. Eppure, anche per loro esiste uno spazio in cui la Grazia può insinuarsi. La potenza della comunione dei santi ovvero la forza della preghiera d’intercessione del popolo e dei Santi per queste anime, il potere dell’Unione e dell’orazione di un altro uomo che può abbreviare la loro pena. “La santità di Uno salva gli altri, contribuisce alla salvezza di tutti” (Nembrini). Credere nel Mistero che i Santi, i nostri cari defunti o ciascuno di noi, possa intercedere presso la misericordia di Dio per salvare la vita di un’altra creatura. È un’idea di globalizzazione che supera ogni pensiero umano, che sovrasta la così limitata idea di progresso che ingenuamente abbiamo pensato di aver raggiunto. C’è una forza, che è la forza dell’amore e della relazione che, invece, da sempre e per sempre, ci supera, opera e agisce per salvare tutti: anche chi per qualsiasi sbaglio o legge umana è stato escluso ed estromesso dalla comunione. È un’opera universale in grado di interconnettere il cuore di ogni essere umano. Una globalizzazione che funziona anche quando “non c’è campo”.

Fonte immagine: Pexels

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