Nella terra del Sergente tornato a baita gli urogalli non smetteranno di cantare, le lepri di rincorrersi, i caprioli di cercarsi per fare l’amore. Atterreranno lenti i fiocchi di quella bianca neve che li ha resi gloriosi custodendoli nell’anonimato. A rimembranza che la storia non abita nei riflettori, ma rimane "passione che fa crescere un progetto" (Jovanotti). Passione che scocca da un incontro, da uno sguardo, da un frammento d’eterna grazia che sequestra un cuore preparato all’inedito dell’amore.
E per farsi intendere capita che l’Eterno s’occulti appassionatamente in voci di donna. Come fu agli inizi. Perchè la musica pompa sangue nelle vene, fa venire voglia di alzarsi e di svegliarsi. Quando oggi – ce lo ricorda Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti – l’unico pericolo è quello di non riuscire a sentire più niente. Lei è Tiziana Manenti, giovane cantautrice bergamasca, che sabato 5 luglio salirà sul palco in Piazza Carli ad Asiago nel tour "Tutto il mondo canta Maria". Una voce spettacolare che incanta e provoca, suggerisce e rapisce, emoziona e accende. Che urta, commuove e innalza. Poco più che trentenne, una grinta tutta femminile e una passione emozionata ed emozionante per la musica cristiana. Da anni frequenta gente strana e sovversiva – la gente della Scrittura Sacra – e ispirandosi a donna Maria di Nazareth conduce ad altezze vertiginose il suo ingegno musicale. Un’artista che, nata piano e senza far rumore, scavando dentro di sè ha raccolto la sfida di musicare l’incanto della fede, il mistero della femminilità, l’estro della fantasia celeste. Una cantante che non teme la fama di Britney Spears & company perché, sin da bambina, ha intuito che le ginocchia piegate di fronte a Dio diventano cipressi che non temono il soffio di folate raffazzonate.
La sua è arte, incanto e femminilità.
Carta, penna e calamaio. Per alzare, svelare e svegliare.
I sogni nascono all’alba. E, se trovano respiro, s’innalzano. Come nasce in te la passione per la musica e, in particolare, per quella d’ispirazione cristiana?
Sono nata con la musica tanto che, da bambina, ero la colonna sonora sostitutiva alla radio nella macchina di mamma e papà. A 7 anni per la prima volta sono salita sul palco e per 10 anni il mio teatro è stato il coro della parrocchia. Qui, tra incensi, dubbi e chitarre, mi sono innamorata della musica cristiana. Un amore che ho poi abbandonato per la musica pop ma che, al pari di ogni vero amore, è tornato ad impossessarsi di me. Un boomerang che Qualcuno, probabilmente, ha voluto.
Dalla Scrittura alla musica, passando per il filtro della tua giovinezza. Come trovano vita le tue canzoni?
Le mie sono canzoni che nascono ascoltando la vita, incrociando le persone, facendo tesoro del vivere semplice e quotidiano. Nella musica cerco di regalare respiro a spazi di vita nei quali tutti si possano – fosse anche per un solo attimo – specchiare. Cerco che l’indifferenza e l’abitudine non trovino spazio nei cuori di coloro che le mie parole vanno incrociando.
Hai cantato a Fatima, a Lourdes e in Terra Santa. In America ti apprezzano, in Italia ti ascoltano, le canzoni sono tradotte in Spagna, Svizzera, Germania, Portogallo e Austria. Eppure non canti banalità: parli di Dio.
Per dirla con Jovanotti, anch’io sono una ragazza fortunata. Perché m’hanno regalato un sogno: il sogno di spandere la mia voce in luoghi che la cristianità ha avvolto di celeste sacralità. Luoghi in cui la fede partorisce miracoli. Il silenzio di Fatima, la religiosità di Lourdes e la frastornata bellezza della Terra Santa hanno riportato alla luce la bambina che i miei genitori e la parrocchia addomesticarono nel tempo. E quest’amore lo faccio rivivere in tutto ciò che scrivo, che canto, che offro.
In "Sguardo d’amore" racconti la storia di un incontro: Gesù con i discepoli ad Emmaus. Di che immagine di cristianesimo sei testimone?
Il cristianesimo fiorito dall’incontro tra la mia piccolezza di donna e la maestosità di un Dio che mi ama immensamente. E che mi chiede di rimanere fedele al prossimo per autenticare l’amore che nutro per Lui. Un Dio esigente che, specchiandosi nei miei occhi, m’ha fatto sentire importante ai suoi. E la musica è un timido tentativo di replicare a questo sguardo vitale.
Innocenti e seduttrici, ispirate e audaci, fidanzate e mogli, concubine, vedove, seduttrici, prostitute, bellissime, terribili, guerriere, ribelli, ispirate, profetesse, misteriose, introvabili. Nella Scrittura le donne sono all’inizio e alla fine. Ma su tutte sfolgora Lei, Maria di Nazareth, la donna che tu canti.
Donna semplice e affascinante, coraggiosa e dolcissima, estroversa e tenera. Donna che al rischio della giovinezza risponde con un sì che ancor oggi suona come prezzo dell’Amore. M’incanta il fatto che per lei – come diceva Oriana Fallaci – "essere donna è una sfida che non annoia mai". In un mondo di incertezze, paure e tentennamenti, nella sua bellezza cerco la traiettoria che conduce a suo Figlio. E aggrappandomi alle sette note del pentagramma racconto la gioia di essere donna e di cantare Lei, la Donna per eccellenza.
Jovanotti parla di "un mondo vecchio che sta insieme solo grazie a quelli che hanno ancora il coraggio d’innamorarsi". Se guardi questo tuo mondo, riesci ancora ad innamorarti?
E’ la vita, nelle sue mille sfaccettature, che mi fa innamorare: volti e incontri, intuizioni e silenzi, abbracci e speranze. Ma anche dubbi, passi falsi e pagine bianche che chiedono "mani sporche" per poter sopravvivere nel tempo. Quando la guardo nel laboratorio della preghiera, la vita è tutta un’altra musica.
E’ più che musica: è arte sopraffine e perfetta armonia. E’ opera Sua!
In piazza ad Asiago in tournée con "Tutto il mondo canta Maria". Il mondo ha sete di Dio, ma a volte si vergogna di dirlo. Lascia un messaggio!
Se ci credi, urlalo! Se ami, raccontalo a tutti! Se la bellezza di Dio t’ammalia, non tacerlo: predicalo sui tetti! Perché Cristo non ha voce: ha soltanto la nostra voce. Che, accesa da Lui, è opera d’arte che non teme lo scorrere e lo scolorare del tempo. E’ la passione eterna che fa vivere ogni progetto.
Nella storia di Tonle Bintarn, di Matteo e di Giacomo il Sergente Stern ha tratteggiato quel limite in cui la natura insegna all’uomo il congegno per inseguire la bellezza. La bellezza di un’anima che – agganciata alla musica ispirata da Muse celesti – spalanca all’uomo la finestra sugli spazi vergini dell’anima.
Dove la vita, ancor oggi, non è questione di età, ma di stupita meraviglia.
Tiziana Manenti, nasce a Gorlago (Bergamo) 33 anni fa. All’attivo parecchi cd, il primo dei quali, "Il mio diamante" prodotto e arrangiato da Massimo Luca, produttore artistico di Grignani, Minetti, Antonacci, Paola e Chiara. Canzoni che entrano nella playlist di vari network e vengono pubblicate in Spagna, Portogallo, Austria, Svizzera e Germania. Partecipa a trasmissioni canore sulla Rai che prende come sigla ufficiale d’apertura il video clip di una sua cover. Dopo la musica pop abbraccia la musica cristiana che le schiude le porte di numerosi meeting giovanili, di cattedrali, di luoghi sacri in cui far esplodere una voce che presenta tutta un’altra musica.
All’indirizzo internet http://www.tizianamanenti.it/ c’è tutto il suo percorso artistico, umano e di fede.