Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato
2017 06 25 22.58.46

Tornando a casa da quelle colline toscane, abitate solo da una chiesa, una scuola, un cimitero e nient’altro, pensavo a come fosse da quando andavo alle scuole medie che avevo il desiderio di venire fino a qui. La mia scuola portava, e porta ancora oggi per centinaia di ragazzi, il suo nome, ne conoscevo a bocconi la storia ma non ero ancora andata a vedere coi miei occhi e a toccar con mano il luogo natale di ispirazioni divine. Le nozze d’oro col Cielo proprio oggi e per quest’uomo così profondamente radicale solo una semplicissima, normalissima, sperduta tomba senza foto né fiori freschi. La sua impronta digitale é ben altro, è la scia di bene che, come un fiume in piena, è esondata dal cuore e ha riportato vita in una piccola curazia fiorentina e a tutte quelle persone che da lì son ri-partite. Uomo di sproporzione don Lorenzo Milani. Ai vertici della società e dell’abbondante ricchezza per casato ma finito a vivere ai margini di un borgo sperduto e silenzioso, uomo di vasta, immensa, profonda, strabordante cultura e soli 6 “mocciosi” su cui riversarla. Giovane priore che dall’esilio, dall’apparente fallimento, ha saputo credere nel povero, nell’ultimo, in quell’uomo “beato” di cui Gesù parla sul monte e su cui nessuno avrebbe mai scommesso. Lui,proprio di quell’uomo, non se ne frega ma “I care”, gli sta così tanto a cuore che ne diventa profezia di vita riuscita, autostrada per l’Eternitá. Intuizione di attimi, sacerdote, educatore, maestro, al servizio dei suoi “mocciosi”. Ispirazione di vento che soffia nel cuore una via per raggiungere case dimenticate dal mondo ma non dal cuore di Dio, “Eppure, nemmeno uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro ne tenga conto” (Mt 10, 29). Un prete che poteva tutto per dinastia, che conosceva tanto per doni d’intelletto, ma che ha scelto di trasformare il deserto, non senza l’obbedienza alla sua Sposa-chiesa, in totale, pieno servizio e amore per 6 marmocchi-potenziali uomini. L’amore crea e sa inventare strade dove ancora non ne esistono: la genesi della scuola di Barbiana, “Quando avete buttato nel mondo d’oggi un ragazzo senza istruzione, avete buttato in cielo un passerotto senza ali” (da “La parola fa eguali”).
Sognare uomini capaci di restare nel mondo, impresa ardita, folle all’occhio umano, ma così straordinariamente ordinaria per un uomo innamorato del Vangelo, quello incarnato nelle pieghe della vita reale e così follemente appassionato per questi ragazzi. Uno spreco di potenzialità e talenti per la mente di un mondo capitalista, tutta questa cultura al servizio di una manciata di ragazzini poveri, incapaci di poter provvedere economicamente alla propria istruzione e di ripagare tanto amore. “Il mondo ingiusto l’hanno da raddrizzare i poveri e lo raddrizzeranno solo quando l’avranno giudicato e condannato con mente aperta e sveglia come la può avere solo un povero che è stato a scuola”(don Milani) .Una donazione di sé così sproporzionata, eppure così capace di ridare speranza e futuro. Il suo “qui e ora” tremendamente concreto e così impregnato di Cielo. Tutto, tutto ciò che in cima a quella collina di Barbiana poteva essere donato, speso, spremuto, regalato, questo giovane pretino lo ha riversato con amore di padre, con l’autorevolezza del maestro, con la dolce fermezza dell’educatore. “La grandezza di una vita non si misura dal luogo nel quale si è vissuto ma da ben altra cosa, mamma”(don Milani).
L’uomo a cui stava a cuore quel pezzo di umanità che gli era stata affidata ci lascia in dono la stessa passione per gli stessi poveri che abitano e condividono le nostre giornate. Non serve farsi esiliare per trasformare la realtà, ma basta lasciarci abitare da quella Parola che parla della vita, della mia e della tua vita, qui, oggi, nel mio e nel tuo pezzo di mondo.

Buona settimana!


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