Putrefatta e irriconoscibile. Perché nemmeno ai fiori è concesso il lusso dell’eterna grazia. L’oscurità di Lloret de Mar (Spagna, Costa Brava) ha inghiottito in un sol funebre boccone ventun anni di giovinezza, di freschezza, di solarità. Forse d’innocenza. Sul crinale di questo dramma, qualcuno troverà la forza di chiedere scusa per aver trattato da imbecille la vecchia nonna quando, superba nella sua semplice maestria, raccomandava ogni primo mattino: "Mai prendere le caramelle dagli sconosciuti". Lei – signora della contrada, ingobbita da quel lavatoio trasformato in cattedra – aveva udito sin da piccola che serve una stagione a far splendere un fiore. Ma basta il passo distratto di un viandante occasionale per reciderne la naturale eleganza. Questione di attimi! Quand’erano poveri e l’unico orologio era quello sulla torre campanaria, appresero con immediata destrezza che la vita non è la semplice somma di giorni accatastati uno sull’altro, ma una tela di mille incontri tessuti tra di loro. Ma bastò poco e le "caramelle della nonna" divennero la barzelletta di pedagogisti e sociologi, psichiatri e psicologi, psicopatici e superbi. Riservando alla sua avvertita istruzione un angolo nella soffitta polverosa dell’intelligenza.

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In Spagna quella costa la chiamano brava: ironia della sorte. Anche la barca di ‘Ntoni Malavoglia era soprannominata la Provvidenza. Ma – a dar credito alla voce del Verga narratore – fece perdere in una sola notte un carico di lupini. E similmente qui, come di fronte alla casa del Nespolo, si piange una figlia che non ritorna. Eppure, ad annodare le voci, lei era semplice e solare, disponibile e allegra, servizievole e appassionata. Bella, giovane e avventurosa. Gentile, cortese e raggiante. Qualcuno azzardò un altro aggettivo: un po’ ingenua. Quell’ingenuità su cui la nonna vigilava con le sue dolci raccomandazioni. Federica era così, ce lo giurano. E noi ci crediamo.
Ma là non sono così: e noi lo sappiamo. Giornate vissute al contrario, oceani di alcol, drink e cannoni. Fumo, ecstasy e decibel a scorticare i timpani. In una settimana tre ragazze morte: un suicidio dal balcone, una svista (saltando da un balcone all’altro all’altezza del quinto piano), un assassinio. Che ci fa una ragazza così bella e semplice in mezzo al desmadre ("casino") di quella costa? Veniva da San Giorgio delle Pertiche, profondo veneto: né città né campagna. A metà strada. Teneva 21 anni: né bambina né donna. A metà strada. Alla ricerca, come tanti, di un divertimento a tutti i costi, senza tabù, irrefrenabile. Perché quella è l’offerta di Lloret de Mar! Basta poco per rovinare un fiore: 55 settimane vestiti di madonna eleganza, 1 settimana ammantati di trasgressione: un niente. Nulla. Un incontro. Ma è davvero così la notte? C’è un mondo che sceglie orari strani per vivere. Di notte s’abbandona la formalità del giorno, la compostezza sociale, il vestito stirato, il comportamento ineccepibile. Si è liberi la notte: si fanno cose che il giorno non concede. Certe città sono gemellate con la notte. Liberano da tutto, sciolgono responsabilità, convinzioni e propositi, gonfiano la trepidazione, azzannano l’immaginazione. Spingono tremendamente sull’acceleratore! Nel sito di un’agenzia di stampa, un commento a proposito: "chiamatela come volete, per me può essere anche la parte perversa. Magari scambiarsi lo stesso ragazzo. Ma viene una cosa naturale perché sei talmente calata nell’ambiente, sei talmente coinvolta che andare in giro in mutande è una cosa normale. Certo è esibizionismo". E tate volte si finisce là, sulla spiaggia, dove pure la nonna – che ti parlava di caramelle alludendoti ad altro – intuiva bene che non si contano le pecore o si sgrana la corona del rosario. Era semplice la nonna, non scema!
I rotoli della Scrittura Sacra parlano di Verità e Menzogna, lupi e agnelli, arcobaleni e tenebre. Roccia e sabbia. Vita e Morte. Cose indigeste: che noi, avvertendone la serietà, abbiamo esiliato nella soffitta. Piegate accuratamente in quattro dentro la tasca interna del grembiule della nonna.
Perché odoravano di moralismo.

Ma la differenza tra moralismo e morte ancora una volta sono le "caramelle della nonna" a spiegarcela. Anche se le lacrime restano.

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