Tradita
con un bacio. Come nell’evangelico racconto di Giuda.
E a noi, carissima
Federica, resta la melodia di una vita che somiglia ad "un film
straniero senza sottotitoli" (Jovanotti). C’intestardiamo a tradurre:
ma non ci riesce. Resta la sagoma di un fiore reciso troppo presto. Un fiore
che, ingenuamente, s’è arrischiato d’affrontare l’avventura non immaginando di
finire tra gl’ingranaggi della falce. Annodando il ritratto degli amici,
ammirai subito la tua strana trasgressione: una vita sana e trasparente,
giovane e vincente, stimata e ordinata. T’avevano certamente allenata al
sapere, alla professionalità. Ma tra le mura di casa c’era stata anche
un’educazione del cuore. Dei sentimenti. Dei pensieri. Bastava quella trasgressione
per sentirti unica e irripetibile. Perché tu campeggiavi orgogliosa fuori dal
gregge, non la cedevi facilmente, eri bella ma mai brilla. Peccato che
anche stavolta il mondo abbia vinto persuadendoti che la normalità è l’omologazione,
il ritmo del gregge, il rifiuto della semplice vita.
Te
ne vai al suono di una melodia composta di note esclusivamente giovani. Ma se
noi lo vorremmo, non sarà la fine. Tu non morirai perchè son certo che qualcuno
– acceso dalla commovente sofferenza di tuo fratello Francesco
– sulla tua storia troverà il coraggio di incidere un grido:
"ragazzi, smettetiamola di farci ammazzare. Di farci divorare. Di svendere
bellezza in leasing. Tentiamo la fuga da questi moderni "campi di sterminio".
Non vediamo che ci stanno anestetizzando per poi sottoporci ad un suicidio di
massa?" Al posto dei fiori, in tua memoria sarebbe bello riuscire
a tracciare una croce su certi cimiteri: Lloret de Mar, Ibiza, Formentera,
Mikonos, Rimini, San Andrès. Perchè noi oggi siamo testimoni di quello che sta
succedendo. E forse nel nostro cuore c’è un po’ di tristezza perché capiamo la
tribolazione del mondo. Ma ricordiamoci che il mondo può cambiare, il mondo
deve cambiare. Il mondo sta già cambiando. Perché qualcuno comincia a ribellarsi,
ad uscire dal gruppo, a scegliere altre mète nella vita. A rinnegare certe città che sono gemellate con la
notte. Che liberano da tutto, sciolgono responsabilità, convinzioni e
propositi, gonfiano la trepidazione, azzannano l’immaginazione. Spingono
tremendamente sull’acceleratore! Qui tu non sei morta, Federica: starai sulla
breccia come le sentinelle della Scrittura ad avvistare il nemico, ad accendere
l’attesa, a tener lesta l’attenzione. A ricordarci che la notte è ancora
grembo di sogni, di silenzio, di concentrazione. Troppi in questi giorni ci
ricordano che i sogni muoiono all’alba. Chissà se ci ricordiamo ancora che è di
notte che nasce l’alba!
Qualcuno
tornerà alla vita normale: sballo, divertimentifici sognati, un mix di droga,
leggerezza e idiozie. Ti tradirà pure lui, novello el gordo. Altri –
magari capitanati dai tuoi fratelli – decideranno di sposare la tua prima
trasgressione. Faranno tesoro, mediteranno, impareranno a camminare.
Realizzeranno qualcosa di bello: un’associazione, una squadra di calcio, un
torneo, un "festival di sana trasgressione", un memorial per ricordarci
ogni anno che tu sei con noi. Si, ci credo che più di qualcuno, su tua
iniziativa, diventerà gente di sole, di cuore, d’amore. In tua memoria!
L’eterno
riposo ti doni il Signore! E in sua compagnia "fai buon viaggio. Fai buon
viaggio della vita finchè c’è una strada. E poi non è finita!" (C.
Baglioni).
Però
quaggiù, adesso, siamo avvisati: le rose vanno protette dalle tempeste!
Ce
lo raccomandava pure il Piccolo Principe a scuola!