Un santo è un avaro che va riempiendosi di Dio a furia di vuotarsi di sé.
Un santo è un povero che fa la sua fortuna svaligiando i forzieri di Dio.
Un santo è un debole che si asserraglia in Dio e in Lui costruisce la sua fortezza.
Un santo è un imbecille del mondo, stulta mundi, che si istruisce e si laurea con la sapienza di Dio.
Un santo è un ribelle che lega se stesso con le catene della libertà di Dio.
Un santo è un miserabile che lava la sua sporcizia nella misericordia di Dio.
Un santo è un paria della terra che costruisce in Dio la sua casa, la sua città e la sua patria.
Un santo è un codardo che diventa audace e coraggioso facendosi scudo della potenza di Dio.
Un santo è un pusillanime che cresce e ingigantisce con la magnificenza di Dio.
Un santo è un ambizioso di tale statura da soddisfarsi soltanto possedendo razioni sempre più grandi di Dio…
Un santo è un uomo che prende tutto da Dio: un ladro che ruba a Dio anche l’amore con cui può amarlo.

(Pilar Urbano, Josemaria Escrivà, romano, Leonardo, Milano 1996, p. 152)

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