Abbiamo assistito , in queste ore, a qualcosa che è stato – contemporaneamente – meraviglioso ed agghiacciante.
Da una parte, la grottesca farsa medico-legale di uno strapotere statale che, autocelebrandosi, rende ridicolo se stesso e chi lo sostiene. Un mondo distopico che riesce a definire (tramite le parole del giudice Hayden) “ostinazione terapeutica” il desiderio di prendersi cura di un bimbo, perfino di fronte al crollo delle loro illazioni mediche (impossibile chiamarle altrimenti, dopo che, per mesi, un bambino, definito “cerebralmente morto” e “incapace di sopravvivere al distacco delle macchine”, ha invece continuato a respirare, per più di cinque giorni, nonostante, dopo 15 mesi di ventilazione meccanica, non abbia avuto possibilità di “svezzamento” graduale).
E, del resto, purtroppo, è anche da riscontrare la pusillanimità di tanti pastori delle “alte gerarchie ecclesiastiche”, che hanno preferito fuggire dinanzi ai lupi, tenendo un basso profilo, navigando nel politically correct e sacrificando la vita di un innocente, sull’altare della gloria terrena. Non è la prima, né sarà l’ultima volta. La Chiesa è grande, fatta di uomini: ci sono sempre stati i fra Cristoforo, così come i don Abbondio; se è santa, e perché il Capo, Cristo, irradia la propria santità. Se aspettassimo la santità di ogni singolo membro, l’attesa sarebbe molto lunga.
Dall’altra parte, abbiamo invece un piccolo, grande miracolo. Che non è (solo) la straordinaria ed inattesa resistenza di un bimbo gravemente malato di quasi due anni (quella può essere, semplicemente e razionalmente, spiegata come la conseguenza dell’incapacità medica di fare una diagnosi che noi altri poveri mortali definiamo come “non sapere che pesci pigliare”). C’è di più.
Un bambino che sta smuovendo le coscienze, che sta spostando montagne, piegando arroganze, facendo congiungere mani e piegare ginocchia. Persone che non sapevano più come si facesse, hanno riprovato a pregare. Non solo in Inghilterra. Non solo in Italia. In tutto il mondo. Irlanda, Croazia, Polonia, Pakistan, Stati Uniti, Uganda… l’elenco si allunga giorno dopo giorno, ora dopo ora. Persone comuni, gruppi, associazioni, comunità, cittadini, si riuniscono spontaneamente, nelle strade e nelle piazze, con il tam-tam stringato, veicolato dai social network (“chi può, venga”). Che fanno? Niente. Quel niente che è tutto. Pregano, cantano, camminano. Semplicemente, stanno. Perché, sì, è proprio un’armata Brancaleone (cit. Michela Marzano), quella che sostiene Alfie Evans. Un’accozzaglia di piccoli uomini che confidano nel Dio dell’impossibile. Quello che ha aperto il Mar Rosso, quello che diede la vittoria a Davide, invece che a Golia. Quello che regna dalla Croce, invece che su un trono dorato.Come quella signora in carrozzina che, lontana anni luce da qualsiasi possibilità di usare violenza, sta fuori dall’Alder Hey di Liverpool (come riportato da Giovanni Marcotullio per Aleteia). Stare, semplicemente, stare. Una parola difficilissima che tu, Alfie, ci hai ricordato quanto può essere importante. Alle volte, le parole sono vuote; alle volte, siamo davvero impotenti. Ma regalare la nostra presenza, un abbraccio silenzio, un conforto discreto, una preghiera confidente nell’Unico che tutto può sono gesti – solo in apparenza – insignificanti che possono, invece, fare la differenza.
Non solo. Partiti politici, da tempo in contrasti e mai stati in accordo su questi temi, si sono uniti per l’obiettivo. Si sono mossi Alfano e Minniti, spinti da Meloni, ha agito Salvini, Silvia Costa e Patrizia Toia (europarlamentari PD) hanno richiesto una mozione parlamentare urgente. Chiedo scusa a quanti ho eventualmente dimenticato dall’elenco, ma credo che bastino i nomi fatti ora, per dare l’idea di quanto il piccolo Alfie abbia compiuto qualcosa d’impensabile.
Un giovanissimo padre che, oltre a mostrare al mondo come essere padre, ci mostra quale possa essere la forza dell’umiltà. In queste ore concitate e drammatiche, ha sempre trattato con rispetto e riconoscenza chiunque abbia risposto al suo appello di aiuto, che si sia trattato di “gente comune” oppure il Papa.
Una giovanissima madre che, come Maria, nel nascondimento e nella tenerezza non fa altro che quello che qualunque madre farebbe, con l’eroismo del quotidiano che le caratterizza ontologicamente: mantiene accesa la fiamma della Speranza.
Abbiamo un mondo distopico che si aggroviglia i nodi delle maglie della burocrazia a difesa di interessi medici, forse politici. Perché, a fronte del crollo di tutti gli scenari medici ipotizzati, il best interest del paziente è – ormai con evidenza lampante -, per la struttura sanitaria, ampiamente in secondo piano, rispetto al proprio prestigio.
Ma abbiamo anche, dinanzi ai nostri occhi, la forza di un granello, tra gli ingranaggi di un complesso meccanismo che vorrebbe schiacciarci.
Alfie ha resistito perché i medici si sono sbagliati? È avvenuto un fatto imprevedibile, che i credenti chiamano “miracolo”, perché sostenuto dalla preghiera?
Non sono in grado di determinarlo, ma c’è una Parola, che mi ha sempre rincuorato: «dove due o tre sono riuniti nel mio nome, Io sono in mezzo a Loro» (Mt 18,20). È sufficiente la Sua presenza a dar significato alle battaglie, perché Lui ha vinto il mondo.
Alla morte di Alfie, il dovere morale è ricordarci che questo è stato, per far sì che non accada mai più, in nessuna luogo del mondo, a nessuna persona.
Forza, Granello, l’Armata Brancaleone è sempre con te. Continua la Buona Battaglia, dalle braccia del Padre, e prega per noi, affinché impariamo ad amare e rispettare la vita, ogni vita, anche e soprattutto, quando è più fragile!
Fonte immagini in alto: Fratelli d’Italia
Fonte immagine articolo: Alfiesarmy
PER UN APPROFONDIMENTO
Fratelli d’Italia
Eurodeputati PD
Lucandrea Massaro, Aleteia
Gelsomino Del Guercio, Aleteia
Lucio Romano, Huffington Post
Sanità Informazione
Riccardo Cascioli, Nuova Bussola Quotidiana
Dossier Alfie, autori vari, Nuova Bussola Quotidiana
Nuova Bussola Quotidiana, Luisella Scrosati
Futura News
Massimo Micaletti, video su Youtube
AGGIORNAMENTO IMPORTANTE (01/05/2018)
Benedetta Frigerio, La Nuova Bussola Quotidiana: ecco come hanno fatto morire Alfie