Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

Arcobaleno Reggio
La nonna, quando pioveva con il sole, era solita dire: “Il Diavolo si pettina!” Un proverbio che, al mio paese, ha il valore di una sacrosanta verità. Accade, di solito, in primavera e in autunno: il tempo è tempestoso, sereno, variabile. Il massimo è che appaia anche l’arcobaleno. La domanda era d’obbligo: “Perchè, nonna, il Diavolo si pettina?” Lei, senza dottorato in teologia: “Per farsi bello e distrarre meglio gli uomini!” Noi bambini, come risposta, saltavamo in alto dicendo: “Il diavolo si pettina, il diavolo si pettina, il diavolo si pettina!” E saltavamo per smascherarlo: lingua in fuori, mani sulle orecchie a mò di scodella. A sfotterlo finchè il tutto non finiva: gola secca, voce rauca, viso caldo.
Vinceva chi, per ultimo, si stancava di prenderlo per i fondelli.
Oggi, per strada, un acquazzone mi ha sorpreso: il sole splendeva e, sullo sfondo, un doppio-arcobaleno si stiracchiava nel cielo. Mi è venuta alla mente la nonna: “E’ il Diavolo che si sta pettinando: per farsi bello e ingannare i cristiani”. Il Demonio, l’inganno, i cristiani: una trinità-semantica la cui attualità è imbarazzante. Un intervento così chirurgico, a tinte fosche e pittoresche, mai mi era apparso più evidente. Il blocco-eucaristico – una scopiazzatura perfetta del digiuno – iniziato nel giorno delle Ceneri, inizio della Quaresima. Dio è madre, “si toglie il pane di bocca” per nutrire i figli suoi; Satana, virus pestifero, ci toglie Cristo-Pane dalla bocca per far morire la speranza nel popolo affamato. Trattiene Pietro, il primo-nome di Papa Francesco, in Vaticano operando un vero  e proprio sequestro di persona: gli impedisce di partecipare al corso di esercizi spirituali con la Curia Romana. Esercizi, esercitazioni, allenamenti: è come se, al capitano, impedissero l’allenamento di rifinitura prima del match finale. “Un contrattempo – giustificano i sostenitori, pagati apposta per farlo passare in sordina – .Una settimana, poi vedrete: si riparte!” Poi, ogni otto giorni, il rinvio: “L’ordinanza viene estesa di una settimana ancora”. Poi un’altra, un’altra ancora: fino a Pasqua, o giù di lì (vorrei sbagliarmi). La quale cosa è di una enorme risonanza: alla quaresima cristiana, risponde Satana con la quarantena del virus. La “corona”, poi, è immagine di regalità disumana: «I soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo» (Gv 19,2) Cenere-sul-capo è annuncio di quaresima, corona-virus sulle teste è quarantena. Il motivo? Per ingannare i cristiani, risponderebbe la nonna. Detto in teologia? «Il Demonio ha tutta la sua potenza solamente in prestito – scrive Giovanni Papini in un suo libro terrificante inviso al Vaticano -; egli lo sa, perciò riconosce in Dio il suo fornitore di capitali; perciò si vendica di Dio. Ogni male è distruzione del creditore; il delinquente vuole uccidere Dio». Satana non è ateo: è conscio che la sua potenza è legata a quella del Signore Dio.
Sappiamo bene che le varie ordinanze si protrarranno fin quasi alla Pasqua: la quarantena si somministra a piccole dosi. Di modo tale che, distratti, manco ci si accorga che la quaresima scivola via; che il tempo favorevole scorre sotto gli occhi. Il tempo perso, però, non è tempo che ritorna: saranno giorni perduti in eterno. Anche dibattere sulle chiese semi-chiuse pare, ormai, distrazione: ci scordiamo che l’ultima volta che abbiamo fatto la comunione Dio ci ha resi suoi tabernacoli. Lui è dentro noi: «Est Deusi in nobis, agitante calescimus illo» (“C’è un Dio dentro di noi, e quando ci agita, ci scaldiamo”) scriveva Ovidio. Siamo noi, stavolta, a doverlo custodire come il più geloso degli amori, frequentandoci fuori casa, ch’è la chiesa. “Disobbediamo alle ordinanze: tutti in chiesa!” No, sarebbe doppia-caduta: Satana vuole il caos. Dunque? Esiliati, diveniamo guerrieri. Mi piace il Papa: costretto a restare a casa dagli esercizi spirituali, non molla la presa, li sta seguendo dalla sua camera. E’ un’immagine bellissima: è la fede al tempo del martirio, è Dio tenuto-acceso sotto i fulmini, fuori dalle chiese, a bordo strada. Più che da esiliati, è una quaresima da guerrieri: resistiamo aggrappati a quell’Ostia deposta nell’ultima eucaristia. E Lui resiste aggrappato alla nostra resistenza. Per Satana, comunque vada, il tempo si fa breve: «Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, sul capo una corona di dodici stelle» (Ap 12,1). Cielo, sole, corona. Tutto (ri)torna. Amen!

(da Il Sussidiario, 5 marzo 2020)

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