Denunciato a Padova: girava in pieno centro esibendo i genitali! Per  provocazione, per stupore, per sfrenatezza. Per incontrare pezzi di cielo. Pezzi di carne. O semplicemente uno sguardo! Li trovava piccoli. Insignificanti. Miseri. Forse aveva bisogno di una conferma, di un complimento, di un augurio. All’aurora della vita forse era così: nudità che incrociava nudità e partoriva bellezza. L’oscenità arrivò più tardi. Sopraggiunse quando l’uomo, adombrato all’ombra di una foglia di fico, iniziò a camminare imbacuccato. Per vergogna. Lui dice per pudore. Passò il tempo e si coprì anche l’animo. Celò la bellezza.
Un impermeabile che s’apre su orizzonti umani genera dibattito. Genitali alla luce del sole creano scompiglio. Atti osceni meravigliano e scocciano. Eppure ogni giorno parti del corpo viaggiano nude ma nessuno articola parole. Forse perché abituati. Nude le mani e le loro dita. Gli occhi e il loro sguardo. Le orecchie e l’incavo in cui abitano i suoni. La bocca con il suo pozzo di parole, d’accenti, di sensi. Nuda la testa con i suoi pensieri, sogni, sprazzi d’eterno. Viaggiano nude ma nessuno s’accorge. Eppure pro-creano pure loro: danno vita, fanno impazzire, regalano misteri. La vita passa attraverso loro, grazie a loro, con loro. Mano di donna che tesse ricami. Sguardo di pittore che s’aggancia al fiore bagnato. Orecchio d’anziano coglitore di melodie. Bocca di poeta che fa vivere le parole. Pensiero di genio che crea fantasia. Tutta nudità che supplica d’essere guardata, compresa, valutata!
Un giorno, magari, qualcuno s’arresterà senza l’ausilio della polizia. Lo farà perché pioniere di una certezza: il bene e il male, il peccato e la santità, il brivido e la vergogna non abitano mai zone centrali in corpo umano, ma tengono residenza in ciò che, forse non per caso, deve viaggiare sempre nudo per partorire novità: la testa!
Piacerebbe incappare in qualcuno che – fine cultore di nudità – m’aprisse i suoi pensieri per riferirmi storie di vita, capitoli di incontri, righe di innamorato arrampicarsi nella vita. Come faceva l’Uomo di Nazareth: cercava la porta nell’uomo e aspettava la sua apertura. E la porta dell’uomo è il volto. Visione faccia a faccia, uno riflesso nell’uno. “Il Tuo Volto io cerco, o Signore. Non nascondermi il Tuo Volto” (Sal 26).
La nudità di un volto non attira più.
Un pene si. Che pena!

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