Negli stessi giorni di Jeff Bezos e Laura Sànchez. Nella stessa splendida Venezia, pur in una location differente: un comune di provincia, lungo il fiume – il Brenta – che diede il nome ad una delle associazioni criminali più efferate per il Veneto onesto: “La Mala del Brenta”, per l’appunto. Lui, al tempo, era di quelli che, soggiogato dalla seduzione del male, investì la vita su prospettive criminali. “Non ne è valsa la pena” ripete spesso quando parla. Per un unico motivo salva la lunga detenzione finita qualche anno fa: “Se per trovare lei ho dovuto entrare in carcere, allora ne è valsa la pena” è il suo resoconto. Lei, nel tempo della galera e del patimento, era una di quelle che, battendo le vie inopinabili della fantasia, si era innamorata di lui dopo averne sentito raccontare la storia dentro il carcere. Lì, quando meno te l’aspetti, in un istante può capitare tutto ciò che non è mai capitato in una vita intera. Si sono scritti, incontrati nei modi in cui la legge lo ha permesso, hanno scarabocchiato sugli sguardi progetti di futuro.

Il giorno del matrimonio l’ho visto con le lacrime agli occhi: lui, il duro della riviera, l’uomo che non deve chiedere mai, quello che mai si era inginocchiato di fronte a nessuno, finita la cerimonia aveva le lacrime agli occhi. Pure lei, anche i loro figli: a quel giorno ognuno ci è arrivato per la sua strada, con le sue scelte, le sue ripartenze. “Come hai detto una volta in galera, don: quando inciampi, comunque hai fatto qualche centimetro avanti”. Commuove l’attecchimento di certe immagini quando il mondo si frantuma. Ad assistere alla cerimonia, si era poco meno di dieci. Il pranzo lì accanto, nella casa di una signora che negli anni di lontananza dell’uomo dal paese mai si era scordata il bene ricevuto dal padre dell’uomo galeotto. Un piccolo buffet, fatto col cuore, nel giardino. Poi, prima del taglio della torta, la botta finale: “Quando dicono che uno “finisce” in galera. Vedete: io in carcere non son finito ma ho iniziato a vivere la vita che non avevo vissuto”. E se la stringe a sé, come un bambino alle prime armi in amore.

Due matrimoni, pochi chilometri di distanza. Stesso gesto: la celebrazione dell’amore, nel suo caleidoscopio di fantasie. Sarà stato più bello l’uno o l’altro? Entrambi, m’immagino. Con un’unica differenza: guardare la stessa storia con gli occhi dei vincitori o con quelli dei perdenti non partorisce il medesimo effetto ottico. Per quanto riguarda l’indotto economico generato, resta da fare i calcoli: da una parte i soldi generati da Bezos-Sànchez, dall’altra un uomo che ritorna al suo paese diverso da com’era partito. In entrambi i casi, di guadagno si parla.

(da Specchio de La Stampa, 6 luglio 2025)

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