Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

Gli occhi di un lepre alpino, la geometria celeste
della rugiada che s’addormenta sulla nudità dell’erba, lo sguardo severo di uno
strifigorme dal volo silenzioso e dall’udito finissimo. E poi le battaglie
tutte montanare dei galli cedroni, la maestosità di una scarpata abbigliata di
violacei colori, greggi di pecore rannicchiate ai piedi dell’Ortigara, muti
raggi di sole in anfratti inesplorati. Storie fragranti di  natura, di verità, di saggezza che s’annoda
in apprendimenti tramandati di generazione in generazione. Come nelle Scritture
Sacre. Come nelle vicissitudini dette dal vecchio al bambino.
L’Altopiano saluta in questi giorni Patrizio Rigoni,
naturalista autodidatta. Perché quassù non è esigenza una cattedra: è legge di
vita la passione che s’inalbera nel cuore. Genio è chi sa trasformare uno
strumento in emozione. Così dentro uno scatto ci celava un microcosmo: attimi e
sospiri, balbettii e trasalimenti, gocce cadenti e fiocchi leggeri. Aurore a
primavera, meriggi e tramonti, inverni con lune volutamente piene. E colpiva,
coglieva, evocava. Accendeva la curiosità d’incamminarsi alla scoperta di
quella cavità che sembrava incredibilmente paradisiaca.
La voce
della natura, la musica del silenzio, la dolcezza della solitudine ricercata:
la sete di emozionare e di lasciarsi emozionare. Lo incrociai ad un incontro:
mi colpirono quegli occhi tutti sorridenti che t’avvolgevano, ti ampliavano
l’orizzonte, comunicavano senza parole. Appresi lì, tra un bicchiere di grappa
e un album di fotografie, il potere della poesia. All’uomo, allontanatosi dal
mondo per colpa della malinconia, le parole capaci di sorprendere calano diritte
nel cuore. Lui l’aveva capito – come ogni buon maestro innamorato della sua
arte – che il cuore esce dal coma con l’immaginazione. Oggi la corsa ci ruba la
sorpresa, l’improvvisata, l’estro, lo stupore. Francesco d’Assisi investiva ore
a contemplare il volo delle rondini: simbolo di libertà. Il ritmo della nostra
vita può impedirci di accorgerci degli altri. Può spegnere la tenerezza. E la
tenerezza è la poesia dell’amore.
Non sempre
la competenza s’apprende su banchi di scuola. Può capitare a tutti un giorno,
seduti all’ombra d’un faggio, di cogliere il salto di un pettirosso tra due
rami. E pensare che, dopo tutto, anche la vita dell’uomo è poco più che un
salto.
Dal tempo
all’Eterno!

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