Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

“L’altra metà da trovare non è una donna: sei sempre tu. E’ l’altra metà di te, la parte sconosciuta alla quale devi dare vita, per poterti finalmente incontrare. Per sempre. Questa è la vera unione in grado di liberarci da quel sentimento di solitudine che avvertiamo anche quando ci sentiamo con qualcuno. Allora, poi non c’è niente di più bello che condividere con un persona la propria vita. Però bisogna prima averne una. Una vita viva. E’ la totalità che esalta. Quando guardi un quadro, può anche piacerti un particolare, ma è l’insieme che ti emoziona.(E per quanto riguarda le mie storie, avevo sempre sbagliato perché cercavo la mia totalità unendomi ad un’altra persona. Non ci si può unire se manca un pezzo. Ci si può solamente appoggiare. Su questo aveva ragione).Michelangelo Buonarrotti sosteneva che quando guardava un blocco di marmo vedeva già dentro la forma dell’opera d’arte e che il suo lavoro non era altro che togliere il superfluo, quello di troppo che imprigionava la statua. Anche noi siamo così. Ogni cosa è già qui anche se non si vede. L’opera d’arte è già dentro di noi. C’è già tutta: noi non dobbiamo fare altro che procurarci gli strumenti per liberarla. Per liberarci. Il problema qui non è stare o no con Francesca. Questo è un falso problema che ti serve a distrarti dall’altro, da quello vero. Chiunque non libera quella metà di sé, chiunque non la trova, vive come un prigioniero, e le storie d’amore non sono altro che l’ora d’aria del carcerato. Per un carcerato l’ora d’aria è una delle cose più belle che gli possano capitare nella vita.Un conto è se vuoi stare bene veramente, un conto è se vuoi stare solo meglio. Se decidi di stare semplicemente meglio, allora ti basta innamorarti ogni tanto, comprarti qualcosa, avere un aumento di stipendio. Arredare la cella. Puoi anche continuare a vivere così, ma ricordati che tu sei fatto per godere del sole. Se invece di aprire la finestra per farlo entrare, accendi ogni tanto un abat-jour, col tempo potresti anche dimenticarti che esiste e alla fine in quella stanza l’abat-jour diventerà come il sole.”

(Fabio Volo, Un posto nel mondo, Mondadori 2006)

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