Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

parrucchiera.pngVoci di sacrestia. Chiacchiere da parrucchiera. Mormorii soffusi. Questo e altro, anche se nei Rotoli Sacri rimbombano poderose le cannonate della lotta intrecciata tra Parola e chiacchiera. Dio al cospetto dell’uomo: la perturbazione instancabile della sua Parola contro il fluire passionale dell’umano chiacchiericcio. "Dicunt" era il motto dell’antico popolo latino quando solea ingabbiare l’eco di una frase senza svelarne la firma che l’avea generata. Nello scorrere del tempo venne meno l’austerità leggiadra di Omero, Orazio e Sallustio ma rimase immortale la propaganda omicida dell’uomo: "Ma lo sai che quello ha fatto questo? Te l’hanno detto, vero? Non dirmi che non lo sapevi: è sulla bocca di tutti in paese. L’hanno fatto monsignore. L’ho sentito io: quel prete va in quella parrocchia. Sai, chissà cosa faceva…". E le amicizie si sfilacciano, le coppie si distruggono, qualche sacerdozio va frantumandosi.
Chiacchiera contro Parola. Verità contro menzogna. Schiena diritta contro viso nascosto. In sacrestia, in piazza, nelle strade. Pure il Gesù dell’Evangelo, Signore della storia, indìce tra i suoi un sondaggio. Per capire, per vederci chiaro, per saggiare l’apprendimento dopo anni di insegnamento pedissequo e stregato: "La gente chi dice che sia il Figlio dell’Uomo?" (Mt 16,13-20) Così: tanto per sapere. Forse un pizzico di divina curiosità, un attimo di umana approvazione, un miscuglio di cielo e di terra. Tutto sommato consolante per noi – estimatori occasionali della Parola quando consola – il risultato: qualcuno lo scambia per il Battista, altri mormorano che sia Elia, qualcuno addirittura lo confonde con un profeta. L’uomo è davvero potente: con lo sguardo riesce persino ad offuscare il cielo. Chissà che malinconia prese il Rabbì Nazareno nell’avvertire l’incomprensione, l’incredulità, la chiacchiera facile della gente. E a farne le spese stavolta è Lui. Tanto che, forse rattristato, avvicina l’obiettivo e cerca d’alleviarsi con i discepoli, gomito a gomito per tre anni: "Ma voi, chi dite che io sia?" C’è voglia d’affetto nel quesito, bramosia di gratitudine, crepacuore per l’uomo: chissà la voragine dello sguardo nel mentre quelle parole gocciolavano. Eppure è Dio. Rimasto uomo. Un Uomo Dio. Stavolta tenuto in piedi da Pietro. Partito pescatore, oggi tira a riva la sua straripante esuberanza. Non tentenna, è sicuro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". Peccato che noi lo rimembriamo solo nel mezzo di un mare avaro, sulla riva a borbottare, piangente al canto del gallo, fuggitivo sotto la croce. Oggi Pietro sale in cattedra: con la parola smaschera la chiacchiera. E’ l’uomo che cammina con la schiena diritta. La voce sicura, rincuorante, rapita. L’uomo del villaggio ama camuffarsi sotto la capanna del "dicunt", il pescatore del Vangelo s’avventura nel verbo essere: "Tu sei". Cioè: "ne sono certo. Ti credo. Io lo so che tu sei Cristo. Lascio che la gente mormori".

Sotto l’ombrellone. Ma anche dentro i confessionali. Tra il fumo degli incensi. Ai crocicchi delle strade. Allo stringersi della mano: la chiacchiera congestiona la Verità. In quattro han messo mano per stendere il Vangelo. In troppi stanno tentando di sciacquarlo.
Rimpiazzando "Parola del Signore" con "dicunt". Pure tra le navate.

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