Aspettate fino a Londra 2012

Non è un addio, ma un arrivederci che lambisce malinconicamente il tono
dell’addio. Arrivederci a Londra 2012 a Davide Rebellin, Tatiana
Guderzo, Matteo Tagliariol, Giovanni Pellielo, Giulia Quintavalle,
Valentina Vezzali. Al trio Di Buò-Nespoli-Galiazzo. A Margherita
Cambiassi, Francesco D’Aniello, Federica Pellegrini, Salvatore Sanzo,
Chiara Cainero, Andrea Minguzzi. A
Gonfalonieri-Rota-Tagliariol-Carozzo, a
Grambassi-Trillini-Vezzali-Salvatori,
Galtarossa-Venier-Agamennoni-Raineri,
Montano-Pastore-Tarantino-Occhiuzzi. Ad Alessia Filippi, Diego Romero,
Alessandra Sensini, Elisa Rigaudo, Alex Schwarzer, Roberto Cammarelle,
Yosefa Idem. Le loro gesta atletiche hanno generato 28 medaglie, la
loro costanza ci mette tra i G10 dello sport mondiale, le loro lacrime
c’hanno offerto inni nazionali da altezze politiche sbeffeggiati.
C’hanno ribadito che l’allenamento partorisce la vittoria.
Peccato che domenica re-inizi la campionato-terapia. Osannare e
ingrassare un mondo che snobba lo spirito olimpico preservando e
mercificando le stelle non dona profumi di sport, attimi di passione,
gesta da medaglia. Spiace per loro – signori atleti olimpici ma
sconosciuti – che dovranno aspettare quattro anni per reperire quel
rispetto che non ruberebbero a nessuno. Ma forse fa parte della loro
nascosta grandezza farsi trovare puntuali, uscire, combattere e
vincere. Almeno nella medaglia non s’annusa odore di simulazioni.
E pensare che se fosse per il calcio il nostro medagliere sarebbe morto di fame da anni.