Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

ragazza1Arianna (nome in codice) è una ragazza bellissima. “E ti pareva: non poteva essere altrimenti” – staranno pensando coloro che conoscono l’animo di don Marco. Poco meno di quaranta primavere, un fisico asciutto e una bella chioma di capelli biondi stretti da un elastico, posa degna della migliore tradizione femminile. C’ha una passione, la passione più bella e quella che ci accomuna: la corsa. L’avevo incrociata un sacco di volte nel verde di Villa Pamphili, ma la meticolosità della mia concentrazione (e forse uno zampino di prevenzione dall’Alto) m’avevano sempre impedito di scambiare due parole. Ma la sua bellezza m’era rimasta impressa: cosa non marginale, se pensiamo che Tommaso d’Aquino – il Santo Dottore che raccolse tutto lo scibile umano su Dio nella sua celebre Summa – sosteneva che una delle cinque vie per raggiungere il Creatore è quella di partire dalla creatura. Da Arianna a Dio: mica male questo tipo di fede!
I chilometri da percorrere erano tanti sabato mattina: 38 km, l’ultimo lunghissimo per fare in modo che sul Ponte di Verrazzano ci passi sopra correndo e non mi butti giù in basso. Sarà stato anche per questo che, incrociata per caso – ma che cos’è il caso se non il vestito che Dio indossa quando decide di viaggiare in incognito per le strade del mondo? – le ho chiesto uno strappo. Forse un passaggio o meglio una semplice compagnia. Perché se su 38 km 20 li condividi con qualcuno (qualcuna!), la mente ringrazia e sposta a domani la resa finale dei conti. Alla fine saranno più di 30 quelli che correremo assieme (al ritmo di 4’40″/km). Trentamila metri che mi hanno permesso di applicare il sogno che abitava all’inizio del mio viaggio: fare della strada la mia parrocchia. Così, chilometro dopo chilometro, è iniziato uno splendido dialogo sul mistero più bello che alberga nel mio cuore, quello di un Dio che sorprendentemente agisce nei modi e nei tempi più insperati.

Lei a domandare, io a pensare.

Lei a controbattere, io a ragionare.

Io e lei, lei e io: sotto lo stesso cielo e per conto del medesimo Dio.

 

(frammenti di “Dialogo tra un prete e una pecorella”)


Arianna –  La corsa mi ha fatto uscire dal tunnel della depressione e dell’anoressia. Ho scoperto che vivere è meraviglioso. Adesso corro perché mi sembra di andarmi a riprendere il tempo che ho smarrito. Ma sono tornata una donna felice. Che cos’è per te vivere, don Marco?


don Marco – Vivere è trovare il tempo di abbracciare i propri figli, di stare accanto a persone amiche, di chiacchierare con mamma e papà (anche se è faticoso), di lasciarsi sorpassare in autostrada, vivere è abbandonarsi, è dire: “Questo sono io: mi piaccio. Complimenti!”, è bagnare i fiori in giardino, accarezzare un gattino, dipingere un sorriso coccolando un anziano. Vivere è continuare a piantare ulivi anche a ottant’anni con la speranza di vederli un giorno fiorire!!!

Provaci! Tanti per non provare, per non tentare, decidono che le cose sono impossibili. Bel modo di ragionare! Altri, per non faticare, abbassano le vette. E così finiscono per vivere nella palude: molli come budini, segatura invece che sangue nelle vene, grinta da pesce bollito. Che pietà… Quando il primo concerto di Brahms fu accolto male, il compositore scrisse alla sua donna amata: “Penso onestamente che sia la cosa migliore che poteva capitarmi. Mi costringe a darmi da fare e rafforzare il mio coraggio”. Ecco una tra le tante prove che la personalità viene ridestata più da un pungiglione che da una carezza. A “muso duro”… contro le ingiustizie e le violenze. Smettiamola di guardarci l’ombelico o di contemplarci allo specchio! C’è tutto un mondo che va avanti là fuori. Anche se ci fa paura per le sue contraddizioni, sta aspettando il nostro contributo. Usciamo dal nostro guscio e prendiamo posizione!!!

 

Arianna – Eppure non è sempre facile interpretare un uomo o una donna: dentro di loro abita un mistero intricato e bisbetico a volte.

 

don Marco – Chi può interpretare un uomo? Thomas Edison (il più prolifico inventore di tutti i tempi: mise la sua firma su oltre 1200 scoperte!!!) fu allontanato da scuola all’età di sette anni perchè giudicato un “ritardato”. Anche Leonardo da Vinci e Albert Einstein furono considerati dei buoni a nulla dai loro maestri. Chi può capire un uomo? Chi può riconoscerlo? In psicologia non esistono regole, esistono solo eccezioni. Prendiamo, ad esempio, il caso di alcuni musicisti. Haendel realizzava le sue migliori composizioni solo se teneva vicino una vecchia bottiglia di vino, Mozart aveva le idee più belle in viaggio, Cimarosa si ispirava in mezzo ai rumori più tumultuosi. Beethoven doveva, prima di scrivere, bagnare le sue mani nell’acqua gelida. E, allora, se non ci sono regole, canta la vita!

 

Arianna –  Ma a cosa serve la fede, don?

 

don Marco – A niente!
La fede non dà da mangiare, non fornisce automaticamente una pagella con dieci in tutte le materie, non fa trovare il partner giusto… Però è l’unica cosa utile al mondo! Perché? Perché la fede caccia via tutte le paure, la fede porta all’amore e chi ama ha un motivo per vivere che lo aiuta a superare tutte le angosce, le difficoltà, i contrattempi, le amarezze, le paure, appunto! Non potendo evitare le difficoltà e le paure abbiamo rimosso la fatica di ricercare la bellezza e ci siamo buttati a capofitto sulle cose, sull’apparenza esteriore, sul voler sembrare giovani anche quando siamo decrepiti.
La fiducia nel Signore non toglie la fatica, ma le dà un senso. Se uno ha un perché, affronta ogni cosa. Se uno invece non è motivato, gli costerà fare qualsiasi cosa, anche riposare! La fede è il miglior salvavita perché fa sperimentare un Dio sempre vicino. E’ il miglior sistema “antifurto” per non farsi scassinare il cuore. E pensa: è gratuita (!), non costa niente: solo lo sforzo di aprire la porta per far entrare il Signore! E’ libera perché ognuno deve decidere se vuole impegnarsi giorno per giorno. Ma noi tante volte abbiamo paura anche di Dio…! Pensa che assurdità! E lui lo sa così bene che in tutta la Bibbia non finisce mai di ripetere: “Non avere paura! Non temere! Coraggio, Io ci sono”. Gli studiosi della Bibbia dicono che queste frasi sono in tutto 365! E’ come se ogni giorno Dio ce le ripetesse! E’ che purtroppo noi “crediamo che Dio non ascolti le nostre domande. In realtà siamo noi che non ascoltiamo le sue risposte” (Francois Mauriac).
Certo, la fede è anche un rischio: ma il rischio peggiore nella vita è non rischiare mai! “Alcuni vivono con una tale cautela, che muoiono quasi nuovi di zecca” (Michael Richter).
Sai che schifo, Arianna!

 

Arianna –  Cavolo, io vedo che tu sei un ragazzo felice, I tuoi occhi s’illuminano quando parli. Non dirmi, però, che non sei mai triste o sfiduciato. Quando ti capitano questi momenti a cosa pensi?

 

don Marco – Ad una storia. Capitata decenni fa, potrebbe essere la storia di ognuno.

“Fallito in commercio nel 1832 e nel 1833.
Sconfitto per la Camera dei deputati nel 1832.
Eletto all’assemblea nel 1834.
Morta la fidanzata nel 1835. Esaurimento nervoso nel 1836.
Sconfitto come Presidente della Camera dei deputati nel 1838. Sconfitto come membro dell’assemblea elettorale nel 1840.
Sconfitto per il Congresso nel 1843, nel 1846 e poi ancora nel 1848.
Sconfitto per il Senato nel 1855. Sconfitto come vicepresidente nel 1856. Sconfitto per il Senato nel 1858.

Eletto Presidente degli Stati Uniti d’America nel 1860.”
Questi era Abramo Lincoln. O forse Arianna. Meglio ancora: io, te e qualcun altro.

 

(fine dei frammenti di “Dialogo tra un prete e una pecorella”)

 

Scusate la divagazione.
Sono semplici frammenti in corsa raccolti, come le vecchie spigolatrici bibliche, quando il sentiero sembrava ostile e arido. Ma, come dice il mio amico-aviatore francese, in ogni deserto abita un pozzo. Se su questo pozzo ci trovi seduta Arianna, 38000 metri d’allenamento sono il percorso ideale per raccontarsi la corsa più bella, quella dell’esistenza. In fin dei conti i “racconti del pozzo” di cui narra la Scrittura Sacra sono incontri di uomini e donne che, senza innamorarsi, s’innamorano. cercando Dio a testoni.

 

Peppone, per la cronaca, ecco l’allenamento. Non cercare la fisionomia di Arianna, l’ho volutamente tenuta nascosta dal mio Garmin. Ti lascio solo i dati tecnici (guarda l’allenamento), altrimenti Cinzia comincia a dubitare della nostra frequentazione!

 


Tongue out N.B.: sono state rese note e pubblicate le intercettazioni di ulteriori dialoghi (leggi). Un grazie a chi le ha fornite.

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