Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

Una domenica strana, davvero. Non per la sveglia prima dell’alba bensì perché a quell’ora si è alzata anche Erica per venire con me a Fidenza, insieme a Cinzia. Potenza del running, ma anche dello shopping unito alla possibilità di rivedere Giulia, la sua amica, con Mirella e il suo papà. Ma non solo, la curiosità di conoscere finalmente don Marco – alias don Camillo – che in casa mia era entrato sinora soltanto per i miei racconti, i post, la lettura del blog (mio e suo), e qualche telefonata in vivavoce dall’auto. Domenica strana anche perché tanti tanti amici erano altrove, a Venezia, a correre una delle maratone più belle del mondo (d’Italia sarebbe riduttivo visto la città!), rovinata solo in parte dal freddino e dal maltempo. Corsa alla grande da tutti, da chi l’ha vinta, da chi si è migliorato (tanti) e da chi l’ha semplicemente finita superando le tante avversità che condiscono ogni maratona. C’erano 10 GRC in corsa e 17 MCMC (Milano City Marathon Club): tra un mese saremo tutti sotto le stesse insegne, urrah.

Partenza a Fidenza

Poca nanna, colazione scarsa ma alle 8.30 siamo puntuali fuori dall’outlet… chiuso. Il villaggio Gazzetta è operativo, ma il caffé al bar rimane un sogno e un mistero: perché chiedere una gara per chiudergli la porta?

Ok. Don Marco è caricato a pallettoni. Il sabato ha corso l’ultimo (spero) lungo in vista di New York. Un 25k che è diventato un 30 con riscaldamento e lavoro defaticante. Mette le mani avanti, io ribatto con la mia schiena dolorante e gli allenamenti scarsi. Diciamo che prima di correre a scuse siamo 1-1. Io dichiaro un 43-44 come obiettivo massimo e lo prego di andar piano, non perché voglio vincere ma perché a New York lo voglio pimpante e temo sempre le ultime settimane… Lui guarda il cielo e dice che ha voglia di correre, ma anche che non forzerà… pietosa bugia. Alla partenza siamo davanti, io lascio passare la ragazza al mio fianco, lei punta alla classifica, lui guarda solo il suo cronometro. Allo sparo siamo tra i primi 4-5 per i primi cento metri… Io mi spavento e freno, lui il “mio” prete volante ovviamente… decolla. Lo incrocio dopo un paio di chilometri, è tra i primi 15. Io cerco di capire che gara farò, ma poco dopo comincio a domare la schiena. Alla fine del primo di tre giri sto pensando solo a cosa dire agli amici per spiegare il mio ritiro. Ci sono Elena e Paolo, che voleranno con noi a NY ma anche Francesco ed Emanuela, alla scoperta di un mondo nuovo. Ci sono tanti amici di Gazzetta e una deviazione del tracciato che non mi riporta sotto l’arco di partenza, dove ero pronto a fermarmi, ma al suo fianco. E così… vado avanti, incrocio ancora don Marco: ha 4 minuti di vantaggio abbondanti a metà gara… non ho ancora perso. Lotto, stringo i denti però mi godo anche la corsa e saluto gli amici e i compagni di squadra e di Rete, da Norberto (che meritava un premio: avevo la crema Triono regalatami per l’occasione da distribuire, insieme a calzoncini e qualche maglia…) a Igor, da Lorenzo a Walter, da Giuseppe a Ivan e tanti altri che non riesco neppure a ricordare. Tutto aiuta la mia schiena, che nel frattempo smette di urlare e mi lascia correre.

A Fidenza, verso il traguardoNell’outlet c’è mia figlia, scatenata con la sua macchina fotografica, che prova a scattare qualcosa di diverso (prima o poi organizzerò una galleria fotografica sul blog per tutti voi) ritrovo anche il sorriso e la voglia di scherzare. Provo a forzare, don Marco è volato via… Arrivo, il tempo è appena sopra i 43′ ma so che ho perso perché potevo difendermi solo con un 42′. Infatti, mi ha dato 9’15” al netto dell’handicap di 8 ho incassato un distacco di 1’15″… gli chiederò la rivincita dopo New York, sulla strada che porterà entrambi alla maratona di Milano 2011.

 

Il dopo gara è splendido. Tanti amici da salutare mi danno il senso di quello che stiamo facendo. Alcune persone sono venute solo per vedere don Marco, per conoscerlo, altri lo ritrovano dopo mesi. L’affetto che lo circonda è davvero straordinario, ecco il suo doping: l’amore. Lui direbbe l’amore di Dio io mi fermo all’affetto, alla passione a un sentimento di vicinanza che si percepisce nella gente che lo avvicina, che gli sorride, che lo ascolta e torna a casa con le sue parole, a volte anche provocatorie però mai banali. Un piccolo tesoro di emozione e passione che lui è felice di condividere in un sacerdozio itinerante. Io ho salutato molti compagni di squadra ma non abbastanza, perché diversi regali che mi ero portato sono tornati a casa con me, vorrà dire che riorganizzerò qualcosa per una nuova consegna di doni… prima di Natale::?

Fidenza è andata. Ho perso (anche mia moglie ha battuto il suo record!) ma non mi sento sconfitto. Ora dobbiamo organizzare l’allenamento di New York con tutti gli amici che vorranno venire a Central Park la mattina di venerdì 5 ottobre (tra le 9 e le 9.30: poi vi dirò luogo e orario ancor più preciso). Faremo qualcosa di speciale, meglio: lo farà lui, io posso solo correre con voi e raccontare a tutti.

Dopo il traguardoCosa resta di Fidenza? Oltre tutto questo? Il divertimento di migliaia di persone e le vittorie di Paola Sanna (Assosport) e Giovanni Iommi (Livenza Sacile) nel circuito nazionale (10 round da aprile, da Roma a Fidenza, appunto) e quelle di tappa del velocissimo Bouazza Lahbabi (Atl. Casone Noceto) con 30’05” e di Judit Varga (Assindustria Padova) che tra le donne ha battuto di un nulla Siham Laaraichi (per entrambe 34’57”). L’appuntamento è per il circuito 2011, che scatterà ancora in aprile e ancora da Roma (il 17?). Inseritelo sin d’ora nel vostro calendario, ne vale la pena.

Io, pensando a New York ed al bagaglio da preparare sto ragionando anche su tante (troppe?) cose. Dalla maratona di Firenze (siamo già una trentina, ma questa settimana devo capire se tenere il pullman: aiuto) al calendario che sta già riempendosi di iniziative e corse, di cene e incontri… Ma partendo dalle cose piccole, ora penso a domani sera: si va in pizzeria con Luigia. Una cena della pace per conoscersi meglio e divertirsi dopo l’incomprensione della Green Race che però ci ha consentito di avvisare tanti di noi sull’importanza di quelli che sembrano ma spesso non sono dettagli. Noi ceniamo da Angelo – ovviamente un atleta GRC – nella sua pizzeria Monopoli (Via Piero della Francesca, di fronte al n. 68 a Milano: pubblicità? Non ancora…). Il resto? Ripartiamo tutti insieme dalla corsa a Milano, quella benefica della Coca Cola, domenica 31: partenza e arrivo all’Arena. Ricordate, tutto quel che versate per l’iscrizione (minimo 10 euro) va totalmente ai progetti benefici di Fondazione Laureus e Fondazione Monza e Brianza per il Bambino e la sua mamma… Non potete avere altro da fare domenica 31 ottobre!

 


NOTA – E’ possibile commentare questo post anche sul blog di Manlio Gasparotto cliccando qui.

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