Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato
È solo l'inizio!

L’inizio della Storia

“È solo l’inizio”. Questo è quello che continuo a pensare contemplando la grotta del mio
presepe.
C’è Maria, vestita di azzurro, e c’è Giuseppe, con un abito viola. Una storia apparentemente
storta. Lei, adolescente, incinta, ma il padre non è lui. Lui che la ama, ma che non ha ancora
fatto l’amore con lei e si ritrova a scegliere cosa fare con lei che aspetta un figlio da un Altro.
Sembrano dentro un vicolo cieco, una di quelle situazioni senza vie d’uscita, senza un finale
felice. È così che inizia la Storia, quella che anche i manuali scolastici riconoscono come
momento spartiacque tra un Avanti Cristo e un Dopo Cristo, quella che trasforma anche la
nostra.

Un groviglio incasinato

Ma quella scena del presepe, quel groviglio incasinato, è così simile anche al mio e
al tuo. Quando riguardo la mia storia e ripenso a quando è stato “l’inizio”, felice coincidenza,
ero anch’io a Betlemme e anch’io ero dentro a una situazione dove non vedevo soluzioni
percorribili, non trovavo il mio posto. C’erano solo domande e un futuro senza strade.
“Perché non c’era posto per loro nell’albergo”. Ho nel cuore tante storie dei miei alunni
incastrate già dalla giovinezza con problemi di cibo, di paure, di comunità, di tagli, di rabbia
profonda e mi ritrovo a pensare: “è solo l’inizio”. I presupposti non sono dei più incoraggianti,
anzi, quelle vicende sembrano avere un finale prevedibile, in qualche modo già scritto,
sembra non esserci posto per situazioni così. Anche i miei alunni si chiedono dove stare,
come starci (sul come stiano dentro, invece, non sempre lo dicono, ma lo sanno). Sembrano
chiedersi: “C’è spazio per me e per la felicità?”

Ti voglio bene!


Gesù che nasce entra proprio in una situazione intricata, misteriosa, problematica. È un
incontro, anzi è l’Incontro, quello che crea un “avanti” e un “dopo”. È l’Incontro, non solo con
la storia di Maria e Giuseppe, ma con la Storia tutta. È quello che non ha risolto i problemi
con un tocco magico, ma quello che affianca, alimenta la fiducia che le domande e le Parole
troveranno complemento. Come canta Jovanotti, è quel “qualcuno che ti viene a cercare/
perché a te ci tiene / per gridarti: io ti voglio bene”.
Natale, quest’anno, è una culla vuota che diventerà piena della presenza di Colui che viene
per cercarmi e cercarti, perché a noi ci tiene, per gridarci “io vi voglio bene”. E quello sarà
solo l’inizio.

5 risposte

  1. Quest’anno tra “fatiche” familiari e lutti di persone care faccio fatica a sentire la Gioia di un Dio che si fa uomo… mi sono chiesta ( e me lo sono sentita dire) forse il tuo Amore per Gesu è solo sulle labbra e non nel cuore … ma questa mattina , leggendo sento di dire che quella culla a volte rimane vuota per permettermi di mettermi in ascolto per sentire il grido “io vi voglio bene”
    Questa mattina questo grido lo porto con me!
    Grazie❤️

  2. Grazie Laura la Sua è una esperienza di sofferenza ,insieme ai suoi componenti della famiglia tutta 🙏il mio AUGURIO È QUELLO DI ESSERE FORTE 💪 ANCHE SE DA FUORI E ‘ FACILE DIRLO MA CON LA CONSAPEVOLEZZA DELLA FEDE E DELLA MISERICORDIA IL BUON GESÙ SARÀ SICURAMENTE VICINO A LEI E I SUOI CARI .BUONE FESTE 🤗❤️con un ABBRACCIO FORTE 🤗🤗🤗🤗🤗🤗Margherita ❤️🤗

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