Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

Il blog va a singhiozzo in questi giorni, un po’ come il suo autore. Che parla troppo e corre poco… O meglio, corre male. O meglio ancora corre senza capire esattamente verso dove corre. Fortunatamente so perché… Mi piace correre perché so che lo faccio per me, un atto d’amore (esagerato!) verso me stesso ma anche tutti quelli che hanno a che fare con me – che così sono un filo più rilassato, meno stressante e più sicuro della mia salute -, ed è ogni volta la scoperta di un mondo straordinario, che corsa dopo corsa si arricchisce di nuovi amici, gente che incroci al riscaldamento, con i quali condividi qualche chilometro, il traguardo o il viaggio verso la doccia. Il mio mondo si allarga e diventa più bello dopo una corsa.

E il blog allarga ancora l’orizzonte grazie a voi, grazie a chi è entrato nel Gazzetta Runners Club a chi soltanto mi/ci raggiunge nelle nostre corse, partecipa alle nostre sfide (come la Strongman, la Utmb o la maratona di New York, quella di Milano o The Run – dove ci troveremo tutti a Fidenza, in ottobre: stay tuned!). Il Perché, quindi, è cosa fatta. E mi basta per ora, è – come si dice – tanta roba. Posso correre anche solo e soltanto con queste motivazioni.

Il problema? Il 26 corro anche a Berlino, torno in maratona dopo quasi un anno. E nonostante tutto non sono pronto. E lo so. Mi sono allenato anche tanto, non tantissimo, però mi sono allenato male, inventando troppo. E nella corsa, nella maratona, l’invenzione non funziona. E’ il metodo quello che paga, l’organizzazione, la dieta, il diario che ogni giorno si arricchisce di note e chilometri, racconti e sensazioni. Chi segue il blog da un po’ sa che c’è qualcosa di diverso, e si vede. La mia preparazione stavolta è stata “casuale”, niente dottor Tavana, niente tabelle di Huber Rossi e del centro marathon. Solo una serie di uscite a memoria e sensazione. Il risultato? Reggo un paio d’ore e poi arriva il buio. Forse stanno tornando i miei problemi allo stomaco (dopo la corsa la sensazione di nausea, durante un’ipoglicemia che devo tenere sotto controllo!) ma non è l’unico problema che devo affrontare. E ormai non c’è tempo. Spiegavo a Cinzia, domenica dopo Parma, che mi sembra di essere una di quelle auto lanciate contro il muro con a bordo i manichini, per i crash test. So già come finirà, devo solo sperare che il manichino non si faccia troppo male.

A Parma domenica mi sono fermato anche per questo. Mi sono iscritto alla 30k con un programma deciso: fare 3-4 chilometri tranquilli con mia moglie e poi le tre ripetizioni sui 6000 metri con recupero di 1000. Tutto bene nelle prime due, velocità sotto i 5’/km di media ma sbalzi eccessivi, non riuscivo ad essere regolare, passando da 4.40″ a 5.10″. E così dopo avero forzato un po’ nella seconda metà del secondo seimila – complice l’incontro con Giacobbe Fragomeni, pugile e campione del mondo oltre che persona straordinaria: una montagna di muscoli, tatuaggi e simpatia in piena corsa e accelerazione – sono “sparito” nella terza. Ho tenuto botta sino al 24° poi ho staccato il pettorale e corricchiando sono tornato alla partenza/traguardo. Fisicamente ho comunque lavorato, ma la mia autostima ha incassato l’ennesimo colpo e so che Berlino sarà sofferenza, mi aiuterò in questi giorni con un libro – appena arrivato in redazione, scritto da Marco Patucchi, collega di Repubblica che ovviamente è anche un runner: Maratoneti, edito da Dalai – che mentre racconta storie di campioni e uomini che corrono racconta l’anima della corsa e del corridore. E’ pieno di citazioni e di ricordi, di frasi che mandate a memoria credo sarebbero un bel mantra per arrivare sotto la porta di Brandeburgo.

Parma, comunque non è stata solo corsa ma anche una giornata di vacanza quasi perfetta. Ok, sveglia alle 6 – non esattamente quel che amo – e viaggio sino a una delle città più belle d’Italia. Giornata splendida, pieno sole (caldo, vero, pazienza) e di amici. C’era la banda dei marziani (i Podisti da Marte coordinati da Fabrizio Cosi, squadra della quale faccio parte anch’io ormai), c’erano i ragazzi della Smarathon e tanti altri amici del blog. E c’era Cinzia: l’ho iscritta – quasi – a forza alla 10, ma si è divertita anche lei. Una bella gara, ben organizzata, servita (doccia in un impianto splendido e puntuale navetta per raggiungerlo). E poi il dopo gara, ristorante e piatti tipici. Una nuova dieta? Qualcuno ha ironizzato, ma come puoi dribblare torta fritta e salumi misti? oppure i tortelli alle erbette o quelli alla zucca? Me la sono data a gambe prima di peggiorare la situazione, ma stavo benissimo, Fermarsi prima del crollo, quando si può, è fondamentale per stare bene con se stessi e gli altri. E poi comunque io mi allenavo per Berlino. Male, magari, ma pensavo solo alla maratona del 26. Ed al pomeriggio che mi aspettava, a spasso tra i castelli del granducato. Nel pomeriggio sono salito alla Rocca d’Olgisio – costruita nel VI secolo, mai presa da chi l’ha assediata – e più tardi a Sala Mandelli, per una festa strapaesana di quelle di una volta, condita da musica e piatti tipici (ancora! mi sono difeso con una fetta di carne e un po’ di polenta… Avevo previsto verdura, che è stata il piatto unico del lunedì tra pranzo e cena…).

E ora? Ora devo continuare a correre, rilassato e felice se ci riesco. E con gli amici sarà facile. Questa settimana oltre a qualche allenamentino mi aspetta la festa per i dieci anni di Laureus, ovviamente festa sportiva: al Saini si fa un triathlon a staffetta, io correrò l’ultima frazione (2500 metri) a piedi dopo che Fausto e Pier avranno nuotato e pedalato. la domenica mattina invece l’appuntamento è con la Mezza di Monza, che altri (tanti) amici correranno partendo e arrivando sul traguardo del circuito di F1. Io? Voglio solo stare al fianco di Elio Leoni, nostro capitano GRC, che a 82 anni si misurerà con la gara. Stamattina mi ha detto che non crede di metterci meno di 2.05’… Vi saprò dire. Ora scappo, devo chiamare don Marco Pozza e vedere come vanno i suoi allenamenti, lui prepara New York e vola. Lui è un atleta. Leggete le sue tabelle, seguitelo alla prossima corsa – nelle Marche – oppure venite a scoprirlo alla tappa di Fidenza di The Run, quando rifiniremo insieme la condizione per la sua maratona negli Usa.

 


NOTA – E’ possibile commentare questo post anche sul blog di Manlio Gasparotto cliccando qui.

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