Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

leggerezza
Loro non s’aspettavano nulla in quell’attimo, l’attimo della chiamata: nel mare di Galilea non tirava un alito di novità. Non s’aspettavano nulla, iniziò per loro la partita. Lui diede il calcio d’inizio alla partita: “Io e voi contro tutto il resto del mondo”. «Chiamò a sè quelli che egli volle (…) che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perchè avessero il poter di scacciare i demoni» (Mc 3,13-15) Si accollò il peso della scelta: che nessuno avesse nulla da rinfacciare loro. Chiamò «quelli che volle». Fu l’unica maniera per non addebitare loro il peso della miseria. Già suo Padre aveva dettato lo stile: Abramo era bugiardo, Sara impaziente, Giacobbe imbroglione, Giona disobbediente, Davide adultero. Il Figlio scelse Pietro “tanto fumo, poco arrosto”, Tommaso il dubbioso, Zaccheo il mafioso. Paolo, l’en-plein, era assassino. Duemila anni dopo aver attraversato le sue labbra, quell’invito sorridente ha mantenuto tutto il fascino di quella prima volta: apre le strade, fa cadere tutte le muraglie. E’ un’esca luminosa: “Davvero vuoi passare tutta la tua vita a raschiare le rive del lago? Perchè non ti metti in cooperativa con me. Guarda che sarà tutto folle, più rischioso: ma io sarò con te. Ci stai?” D’allora si accetta, non si accetta, si sta a lungo a meditare: mica facile capacitarsi che trionfare nel mondo significa essere disposti a perdere tutto. Provateci: se non barcollate è perchè lui è Amore-gigante.
Scelti perchè «stessero con Lui» – Dio, l’Onnipotente, ha bisogno dell’affetto, della compagnia degli impotenti: se non è insulto al buon senso questo, manca poco! – poi li inviò. Tutto chiaro: prima ci s’allena, poi si entra in campo a giocare per vincere. Accanto a Lui respireranno cos’è il Regno e le sue follie, agli altri si andrà a raccontare non le verità imparate a memoria ma le conquiste fatte per il gusto d’essersi lasciati sorprendere da Lui. Verranno mandati, non decideranno loro, «a due a due (…) nient’altro che con un bastone». Il loro companatico sarà un bastone e un amico: il primo per appoggiare il corpo quando sarà spossato, il secondo per il cuore quand’è fiacco e sconsolato. Per tutto il resto ci sarà Lui, la sua Provvidenza. L’uomo misura il peso: “Diamo il giusto peso alle cose”. Dio soppesa la leggerezza: “Vi raccomando solo la giusta leggerezza di voi stessi”. E’ la ragione per cui gli angeli san volare il prendersi con leggerezza: «Prendete la vita con leggerezza – scriveva Calvino -, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore». Il cuore, al cuore, di ogni Sua chiamata: pensare con leggerezza non significherà prender le cose alla leggera, esser persone leggere. Scegliere il sorriso, ch’è scelta di coraggio.
Il mondo, certi giorni, è pesante: “Quanto sei pesante oggi!” dice l’uomo a chi gli è simile. In questo mondo popolato di uomini e donne che portano a spasso l’idea altissima che hanno di loro stessi, Dodici incapaci-leggeri insegneranno a librarsi in volo. A mettersi a dieta di pesantezza: «Proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti dèmoni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano». E’ il segreto della leggerezza di Cristo, dell’eterna giovinezza ideata per il mondo: «Il regno di Dio è vicino: son sbalordito da queste parole di Cristo. Tra i granelli fitti di poche parole – scrive Christian Bobin in Louise Amour –, mi si è mostrata la più grande vita possibile». In un granello di sabbia, qualcuno ha la grazia d’intravedere la fisionomia di com’è fatto il Cielo, con i suoi misteri.
Andranno, dunque: non stazioneranno attorno al Cristo, alla sua compagnia. Si è raccomandato loro d’essere leggeri nel viaggiare: per balenare in burrasca, stare in piedi sulle onde, non scoraggiarsi troppo alle porte sbattute in faccia. E’ lo stile che a Cristo preme: il come – che è il contenuto – è Lui stesso. In loro, la gente potrà vedere Lui: lo stile svela il contenuto. «Se non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere» (Mc 6,7-13). Per tal ragione, anche quando perderanno vinceranno: rimarrà loro la bellezza d’averci provato.

(da Il Sussidiario, 14 luglio 2018)

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. 
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». 
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano (Marco 6,7-13).

(immagine tratta da www.ecodellalunigiana.it)

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