Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

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Spirito Santo, il grande ignoto. Forse così può essere sintetizzato il rapporto con la terza persona della Santissima Trinità, protagonista della Solennità di Pentecoste.
E un fondo di verità è senz’altro presente. Il suo nome affiora alle nostre labbra ogni volta che tracciamo il segno della croce (quindi, ci si augura, almeno due volte al giorno), quando le nostre mani toccano le nostre spalle. Nonostante ciò, per molti cristiani, definirlo non è facile.
Stando al Vangelo, l’immagine che si presenta lo fa assomigliare quasi ad un sostituto di Cristo. O lui o Cristo. È necessario che Cristo se ne vada, perché arrivi lo Spirito, quasi sia inconciliabile una loro contemporanea presenza.

Forse, un primo aiuto, nella comprensione, potrebbe arrivarci proprio da quel segno di croce che tracciamo su di noi.  Tocchiamo le nostre spalle. Chi altro tocca le nostre spalle? Chi ci vuole bene e ci dirige, senza costringere, con delicatezza, con decisione, senza paura. Chi ci tocca le spalle è chi ha cura di noi, ma ci vuole far crescere, camminando sulle nostre gambe, senza sostituirsi a noi.
Cristo lo chiama Paraclito, o Consolatore; è lui il nostro avvocato, chiamato anche ad insegnare “ogni cosa”, con funzione anche mnemonica, dal momento, che è sottolineata la sua funzione di ricordare le cose accadute e le parole dette[1].

È maestro, quindi, che esige allievi disponibili ad apprendere, volenterosi di ascoltare, consapevoli di avere tanto da imparare. Perché solo chi si comporta in questo modo, riesce ad imparare in modo fecondo. Quando insistiamo sulla nostra autonomia, non concediamo spazio alla possibilità di apprendere nulla di nuovo, perché la nostra mente è chiusa al nuovo dalle nozioni vecchie, che sprangano l’ingresso di ogni innovazione con ciò che sono stati i nostri pensieri, ma di cui non analizziamo ormai più la fondatezza o la rispondenza con la realtà, perché hanno ormai indosso l’abitudine.

È avvocato: ci ricorda chi siamo davvero. Di fronte all’Accusatore, che potrebbe spingerci nel baratro della tristezza e della disperazione, per convincerci che non meritiamo amore, perché le nostre colpe sono superiori alla possibilità del perdono, arriva il suo intervento, che ci aiuta a guardare nell’opportuna dimensione la realtà, restituendo alla verità la visione distorta che l’Avversario vorrebbe proporci.  

San Paolo ci aiuta a comprendere meglio l’azione dello Spirito Santo, costante nella Chiesa e nei credenti. Lo Spirito Santo largisce doni diversi, ma tutti per un unico obiettivo: l’edificazione comune. Le lingue, la sapienza, la profezia. È come un prisma, che, da una sola luce bianca, riesce a estrarre riflessi di mille colori. Non importa più quale sia il colore, ciò c he conta è che, tutti insieme, compongono un arcobaleno di luce e di colore che dà gusto alla vita. È come in un corpo che, solo ben ordinato, può funzionare in modo armonioso: allo stesso modo, è inutile cercare di stabilire quali sia il dono migliore, più necessario alla collettività. Ciò che è veramente necessario è – piuttosto – imparare a fare un passo indietro, ascoltare lo Spirito Santo e lasciarsi illuminare, perché possiamo leggere ogni accadimento della nostra vita, alla luce della Parola di Dio, disponibili alle sue sollecitazioni e liberi dalla presunzione di aver capito tutto.

 

 [1] Gv 14, 26: «Il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». 


Rif. 1 Corinzi, 12, 1-11 (Epistola nella solennità della Pentecoste, anno C, rito ambrosiano)
1
 Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio che restiate nell’ignoranza. 2 Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare verso gli idoli muti secondo l’impulso del momento. 3 Ebbene, io vi dichiaro: come nessuno che parli sotto l’azione dello Spirito di Dio può dire «Gesù è anàtema», così nessuno può dire «Gesù è Signore» se non sotto l’azione dello Spirito Santo.
4 Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; 5 vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; 6 vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. 7 E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune: 8 a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; 9 a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell’unico Spirito; 10 a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro le varietà delle lingue; a un altro infine l’interpretazione delle lingue. 11 Ma tutte queste cose è l’unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole.


Lo spirito santo ti guida a fare le cose, non le fa al posto tuo, don Fabio Rosini (I)
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Lo spirito santo ti guida a fare le cose, non le fa al posto tuo, don Fabio Rosini (II)
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Fonte immagine: Pixabay

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