Quando parliamo – sottovoce per non rischiare il linciaggio – di sottomissione dobbiamo uscire dal linguaggio del mondo, che legge tutto nell’ottica del dominio, del potere. Il nostro Re sta in croce, però così ha vinto contro l’unico nemico invincibile, la morte. Anche noi quindi dobbiamo uscire dalla logica del potere, capovolgerla completamente. Innanzitutto perché la sottomissione non viene dal deprezzamento, non la si sceglie perché si pensa di non valere. E poi perché il frutto della scelta della donna è il fatto che l’uomo sarà pronto a morire per lei. Quando san Paolo dice alle donne di accettare di stare sotto, non pensa affatto che siano inferiori. Anzi, è al cristianesimo che dobbiamo la prima grande rivalutazione delle donne. La creatura più grande è una donna, tanto per cominciare. E Gesù le donne le onorava, in un modo che scandalizzava anche. Da loro per prime si è fatto vedere quando è risorto; chissà magari i maschi erano allo stadio, visto che era domenica. «Praticamente san Pietro prima dello spirito Santo era una schiappa» ha riassunto mio figlio, con una visione un po’ colorita ma tutto sommato teologicamente corretta.
(C. Miriano, “Sposati e sii sottomessa”, Sonzogno 2013)

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In preparazione all’inaugurazione del nuovo centro parrocchiale di Cogollo del Cengio (VI), don Marco Pozza, cappellano del carcere “Due Palazzi”, mercoledì 27 novembre alle 20.30 presso la chiesa parrocchiale, in via Don Luigi Agostini 1, terrà una serata di spiritualità presentando il suo ultimo libro “L’odore del gregge. Squarci di misericordia sul far della sera“.


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