Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

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Altari come punti cardinali

Non si può toccare l’alba, se non si sono percorsi i sentieri della notte” (K. Gibran)

Alcuni esperti che si occupano di psicologia e di adolescenza, sostengono che i teenagers in età evolutiva hanno bisogno di esperienze con un alto livello di eccitazione o di emozioni forti, esperienze che diano forti gratificazioni: sport agonistico, esperienze aggregative. I grandi assenti di quest’ultimo anno. È vero, tutto questo bisogno intrinseco probabilmente è stato riversato nel virtuale nei modi più o meno costruttivi, ma, con forza e stupore, la totalità dei ragazzi che si è lasciata coinvolgere in questa rubrica, ha saputo riconoscere e nominare anche tutto ciò che di positivo si è fatto strada in questi mesi. Qualcuno, invece, ha scelto di non fermarsi a compiere questa operazione delicata e salvifica. Quando vedi il Bene, non puoi più dire di non averlo riconosciuto, e questo a volte spaventa.
Hanno perso molto: le forti emozioni non hanno trovato molto spazio, la sfida è stata ed è durissima, ma hanno avuto il coraggio di riconoscere anche ciò che, in modo silenzioso, è cresciuto in loro e attorno a loro. Piccoli semi sparsi qui e là. L’hanno descritto come un anno di crescita e di “voglie”, è da questa nostalgia che vengono a galla i desideri più profondi e si rivelano importanti anche le cose più semplici o date per scontate. Sono piccoli mattoni, tesori preziosi, fondanti e fondamentali; non sono stati imposti dall’alto o dall’esterno, ma sono maturati intrinsecamente. È stato possibile riconoscerli e, quindi, sceglierli. Conquiste che nessuno potrà più sottrarre.
C’è chi è riuscito a ritagliarsi preziosi spazi di silenzio per pensare a cosa gli importasse veramente, al proprio futuro, alle relazioni che stava vivendo e a come gestirle. Molti si sono scontrati proprio con la fallacia delle proprie relazioni, scoprendo a caro prezzo quali siano gli ingredienti immancabili o il modo per renderle di qualità. È stato come passare tutto al setaccio: se stessi e gli altri, ma scoprendo un po’ di più la perla preziosa nascosta dentro ciascuno. La perla rimane tale, ma se resta nascosta sotto alla sabbia, è uno spreco di bellezza per tutti.
Molti di loro hanno conosciuto l’amore, sembra un paradosso, eppure è accaduto. Da subito, hanno messo alla prova questi legami, la distanza del lockdown non ha aiutato il loro reciproco bisogno di vicinanza, ma è stato occasione per conoscersi più in profondità, per stupire e stupirsi, per scoprirsi compagni di viaggio, sostenitori uno dell’altro.
Hanno riscoperto la bellezza degli affetti familiari, campo di battaglia e porto sicuro. Riconoscono che davvero nulla può esser dato per scontato.

“Ci siamo mai resi veramente conto degli abbracci e dell’affetto dei nostri nonni? Ci siamo mai sentiti veramente liberi dopo una passeggiata sull’argine? Abbiamo mai apprezzato veramente la compagnia del nostro compagno di banco? E, d’altro canto, abbiamo mai passato così tanto tempo insieme ai nostri genitori e fratelli, come durante il lockdown? Da quanto non facevamo un puzzle insieme ai nostri fratelli? Da quanto non giocavamo a carte con i nonni? Da quanto non preparavamo un bel tiramisù con nostra madre? Da quanto non guardavamo un film con nostro padre? Avevamo mai staccato da tutto e trovato del tempo per pensare? Per conoscerci? Da quanto tempo non sentivamo la noia? La solitudine? È stato difficile, ma abbiamo ri-acquisito dei valori che, forse, avevamo un po’ perso.”

Anche la scuola, nonostante la Dad, la lontananza e l’accusa di essersi rivelata solo un luogo in cui crescere culturalmente e non come persone, è diventata occasione per acquisire maggiore autonomia e organizzazione nello studio personale. Le immense criticità educative e didattiche che ha manifestato sono diventate fonte di riflessione da parte dei suoi principali e reali protagonisti su cosa desiderino da questa antica istituzione: “la scuola non dà il giusto appoggio agli studenti, sicuramente ci farà crescere culturalmente, ma a livello personale le iniziative sono veramente troppo poche. Ci sono un sacco di ragazzi, anche maggiorenni, che non hanno idea di cosa significhi conoscersi, sviluppare una propria autostima o semplicemente provare a trasformare un sogno in un obbiettivo”.

Sono conquiste importanti, sono contatto prezioso e impagabile con se stessi e con la realtà, sono momenti di crescita fondamentali, necessari e assolutamente non scontati. Sono il continuare ad accorgersi che questi nostri giovani, definiti sempre come fragili o “sdraiati”, sanno riemergere da sotto terra in modo inaspettato come i fiumi carsici. Glielo dobbiamo chiedere. Glielo dobbiamo. Devono sentirsi guardati come chi crede in loro e non desidera preservarli sempre e totalmente dal dolore, dal male o dalla fatica, ma vuole solo attraversare tutto questo stando accanto.

I padri dell’Antico Testamento erano soliti costruire un altare nei luoghi in cui avveniva un incontro speciale con Dio, serviva per fissare un luogo e un tempo preciso. Continuiamo ad aiutarli a riconoscere e a costruire questi “altari”, passaggi e conquiste di vita importanti. Invitiamoli a segnarseli in modo indelebile sulla linea del tempo della loro storia, a darci un nome, cosicché un giorno, se saranno nuovamente sperduti, potranno voltarsi indietro e far memoria, ripercorrendo la strada vissuta e tracciata. E noi potremo aiutarli a ricordare, a unire i puntini, a riconoscere l’azione operante di Dio nonostante la cecità o la sordità, a scoprire un filo rosso che già attraversa la loro vita e ad indicare, così, nuove strade verso cui continuare a camminare.

“Gedeone vide che era l’angelo del Signore e disse: «Signore, ho dunque visto l’angelo del Signore faccia a faccia!». Il Signore gli disse: «La pace sia con te, non temere, non morirai!». Allora Gedeone costruì in quel luogo un altare al Signore e lo chiamò Signore-Pace. Esso esiste fino ad oggi a Ofra degli Abiezeriti.” (Gdc 6,22-24)


Il sogno è che questo spazio possa diventare strumento anche per molti ragazzi. Per questo motivo, è stata aperta una mail apposita inascolto.ado@gmail.com in cui ogni adolescente può condividere il buio che ha vissuto e che vive, ciò che ha scoperto in questo tempo, ciò per cui ringrazia come pure i sogni che lo abitano, le preoccupazioni. oppure può condividere qualche pensiero o risonanza dopo aver letto gli articoli già pubblicati. 


Introduzione: Adolescenti in DAD: quando uno schermo non basta #IN-ASCOLTO

 

Sezione “VOCE DI UNO CHE GRIDA NEL DESERTO”:
1. POSSO URLARE? #IN-ASCOLTO 1
2. EMPATIA, DOVE SEI? #IN-ASCOLTO 2

Sezione “SENTINELLE DEL MATTINO”
3. Chiamato a guardare in alto

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