di Marco Tosatti, da www.lastampa.it del 16/11/2010
Frattini: caccia al cristiano

imagesIn Iraq si è ormai arrivati alla “caccia all’uomo”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in una intervista all’emittente televisiva TV2000. “Oggi due cristiani sono stati uccisi dentro casa”, ha aggiunto annunciando che presto si recherà nel paese per parlare “con il governo iracheno di questa situazione inaccettabile”. “Nessuno – ha concluso il titolare della Farnesina – può essere discriminato e perseguitato per la sua fede. Questo vale per i cristiani, perché come tutti noi purtroppo sappiamo su 100 persone che vengono perseguitate nel mondo 75 sono cristiani”.
L’opportunità di un dialogo “costruttivo e rispettoso sul tema dei diritti umani che tenga conto delle reciproche sensibilità al fine di stabilire un clima di reciproca fiducia” è stata tra i temi dell’incontro, oggi alla Farnesina, tra il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e il Vice Presidente iraniano Hamid Baghaei. Nel corso dei colloqui, e “nel contesto della politica europea del doppio binario alla quale l’Italia aderisce, sono state approfondite – sottolinea una nota della Farnesina – le prospettive di collaborazione tra Italia e Iran nei settori della cultura, con specifico riguardo alla salvaguardia del patrimonio culturale in Iran, e per quanto riguarda l’Afghanistan, in relazione, in particolare, alla sicurezza delle frontiere tra quest’ultimo e l’Iran”.

“La consideriamo un caso esemplare di persecuzione dei cristiani e per questo confermo personalmente l’impegno di salvarla”. Così il ministro degli esteri, Franco Frattini, è intervenuto – nel corso di un’intervista nell’ambito della campagna ‘Salviamo Asia Bibi’, lanciata da Tv2000 – sul caso della donna cristiana condannata a morte per blasfemia. “Il ministro che ho incontrato in Pakistan – ha aggiunto Frattini che la scorsa settimana si è recato in missione a Islamabad – mi ha detto che vi sono molti casi di persone in prigione accusate di blasfemia e che in non pochi casi poi si accerta che i gesti e le dichiarazioni, le parole non sono affatto riconducibili alla blasfemia, anche secondo la legge attuale”. “E’ noto – ha aggiunto il capo della diplomazia italiana nell’intervista alla Tv della Cei- che la legge attuale dovrà essere cambiata e questo è un impegno che il governo pakistano mi ha confermato durante la mia visita”.
Il procuratore caldeo a Roma, padre Philip Najim, ha chiesto di designare i cristiani uccisi in Iraq “confessori della fede”. Il religioso ha parlato al Sir – citato dalla Radio Vaticana – a margine della visita al policlinico Gemelli di Roma ai 26 feriti della strage del 31 ottobre scorso nella chiesa siro-cattolica di Baghdad ed ai loro accompagnatori. “Ci stanno massacrando, i terroristi uccidono, attaccano chiese, colpiscono casa per casa, rapiscono, insultano – afferma il procuratore – ma i nostri cristiani restano saldi nella fede. Nessuno ha mai rinunciato alla propria professione di fede nemmeno davanti alla minaccia delle armi – aggiunge – il fedele iracheno è attaccato alla Chiesa, è unito ad essa fino al sacrificio”. Dunque, secondo padre Philip Najim, “riconoscere i cristiani iracheni uccisi dalla violenza fondamentalista ‘confessori della fede’ vuole dire accogliere la loro testimonianza cristiana proponendoli come esempio alla venerazione della Chiesa”.

L’EPISODIO

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