Il vecchio e
saggio Eraclito ingabbiò la sua saggezza in un’espressione: "Panta rei". Oggi dovremmo
ri-aggiornarla: "Panta rei veloce".
Corre veloce anche la comunicazione oggi. Corre così veloce che la Chiesa, in occasione della
giornata delle comunicazioni sociali, la vede "tra protagonismo e servizio". Nella domenica dell’Ascensione al
cielo del Rabbì di Nazareth, Pietro e compagnia bella sognavano di rimanere a
fissare il cielo, come bambini a seguire la traiettoria degli aquiloni. Cristo,
invece, ordina loro di partire e annunziare. Cioè di rischiare in nome suo. Andate:
inizia l’avventura! Ardua, sempre più ardua. Un manipolo variopinto di umanità lanciata
a conquistare il mondo con la
Parola. Una stravaganza divenuta storia di salvezza, àncora
di felicità, motivo di trepidazione. Andate! E’ più che un compito: una
missione, una lotta, un martirio! Dovranno scendere nelle profondità
dell’antico pozzo della memoria: è qui che l’orizzontalità della terra si fa
apertura verticale e il cielo si affaccia con lo stupore di un bambino per
cercarne le radici indovinandone l’essenziale.
Andate e comunicate: l’invito a gridare dai tetti ciò
che s’è incanalato nelle orecchie. Comunicare, ovvero l’arte delicata di far
passare l’emozione di uno sguardo, di un sospiro, di un gesto. Di un frammento
di Vangelo! "Non abbiate paura!
Spalancate le porte a Cristo!": parole di un comunicatore innamorato venuto
dall’est. Per troppo tempo come chiesa ci siamo chiesti come comunicare il
Vangelo in un mondo che cambia. Ed elaborando la risposta – a volte servono due
pontificati (meglio se decennali) – ci stiamo accorgendo che il mondo è già
cambiato. Sotto i nostri occhi. Della strategia comunicativa di Cristo cos’abbiam
capito? Scorrono gli anni, ma le prediche si fotocopiano. Si ingialliscono.
Perdono la voce, il profumo, la potenza. Cristo si ri-aggiornava di notte
pregando e collaudava di giorno ascoltando: parlava il linguaggio della gente.
Partiva da loro: per arrivare in alto. Oggi partirebbe da un blog, magari
scriverebbe un sms, un’email. Ci darebbe appuntamento nel suo sito internet,
aprirebbe un forum, lascerebbe un podcast. Scriverebbe un murales, un
graffitto, una poesia. Certo: perché l’uomo era la sua passione. Conoscerlo il
suo sogno. Amarlo l’investimento più azzardato.
Metterebbe in rete la sua umanità. Perché, dopo due
millenni di tentativi, il sogno rimane lo stesso: pescare uomini.
Magari nel mare di internet stavolta!
Anche lì ci sono uomini con le reti tristi dopo notti
infruttuose di pesca…