Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

pinorossiChissà cosa direbbe il grande Mario Rigoni Stern – che ha cantato l’armonia delle nevi, il canto dell’urogallo e la magia dei larici – se s’imbattesse nella proposta del sindaco di Gallio di ospitare e finanziare il carrozzone di Lele Mora il prossimo inverno. Forse rimarrebbe signore, perché quassù vige la certezza del formaggio Asiago: “signori si nasce, non si diventa”.  Prenderebbe carta e penna e farebbe parlare un suo personaggio, magari di quelli che albergano laddove la voce dell’uomo e le sirene delle muse non arrivano, sul limitare di quei boschi dove abita ancora il mondo di Tonle Bintarn e di Giacomo. Stavolta se ne potrebbe uscire mettendo sulla loro bocca un vecchio proverbio: “mèio paròni de ‘na sèssola che servitori de ‘na nave”. Punto e a capo, perché ai giganti della letteratura basta una riga per decretare le baggianate di un certo modo di fare politica. Cortina La Grande l’ha capito e s’è messa subito al riparo. Asiago La Magnifica s’è subito accodata per bocca del suo buon sindaco. Anche la Tim sta capendo che non basta un lato B, quattro perizomi e due tatuaggi per raddoppiare il fatturato. Peccato ci sia caduto il sindaco di Gallio, Pino Rossi, che forse non s’è accorto ch’è lo stile a fare la differenza.
La sua proposta offende chi tiene nel cuore la passione dell’educazione e per essa s’arrabatta d’ingegno e di costanza. Educare è additare un esempio, forgiare un pensiero, colorare una speranza: i giovani non hanno bisogno di panem et circenses, ma chiedono ideali forti e coraggiosi per imparare a spendere la loro vita. Chi educa s’affanna per mostrare loro che la vera bellezza non sta nel 90-60-90 e nemmeno in un lato B sodo e godereccio, ma alberga dentro un modus vivendi che permetta loro di non sentirsi schiavi di nessuno e padroni della loro immaginazione. Oggi la vera sfida educativa non è quella di abbassare gli ideali solo perché la maggior parte dell’umanità non li accetta più, ma è quella di continuare ad additare la mèta ideale per far sì che il giovane, sfidando se stesso e la mentalità del secolo presente, s’alleni a sopportare il clima mediocre che gli si vorrebbe imporre. Triste il giorno in cui per riempire una piazza o animare un paese si debba ricorrere ad un carrozzone firmato da chi nella vita non fa altro che abbassare le vette solo perché qualcuno non c’arriva più a contemplarle. Il sex appeal della montagna per tanti oggi è ancora nascosto nel silenzio della terra, nella meraviglia di una serata silenziosa e stellata, in una passeggiata al chiaror di luna. In una settimana in cui poter ricomporre famiglie tremendamente veloci nel comporsi e distruggersi.
E questa proposta indigna una terra martoriata da un’alluvione. Il sindaco ha messo sul piatto un week-end per farsi un’idea del paese: “soggiorno al Gaarten Hotel, pranzo all’agriturismo Spill, gita in motoslitta con spuntino al rifugio Campomuletto, cena alla baita Malga Molina. Poi nuovamente giù in paese, giro turistico a bordo di una slitta trainata dalle renne e poi per finire al Macrillo dove trascorrere le ore notturne”. Qualcuno riesce a spiegare al primo cittadino che nella Vicenza alluvionata la gente non cerca le tette ma un tetto sotto il quale rifugiarsi? Risparmi i soldi di quel week-end inutile e offensivo, li metta in una busta e li devolva a chi in questi giorni non ha di che vivere e cerca disperatamente ragioni di speranza. Il lavoro e la miseria sono stati la palestra dei nostri antenati e da quelle profondità sono partiti per rendere bella la montagna spendendo vita e sangue: nessuno osi offendere le tradizioni e lo stile che hanno scritto con la vita. E’ una bestemmia che la storia ritorce contro.
L’Altopiano è una terra meravigliosa e superba, millenaria e moderna, contemplativa e sagace. Nulla contro di lei hanno potuto le guerre e le emigrazioni, le tempeste e i terremoti, le frane e i cannoni. Una terra solenne e fragile. Così fragile che le basta una stupidità per mettersi a piangere.


Il fatto raccontato da Il Giornale di Vicenza nell’edizione de l’11 dicembre 2010

Il sindaco di Gallio invita Lele: «Il clan di Mora venga da noi»
GALLIO. Asiago segue la scelta di Cortina: «No alle ciarlatanate». Il sindaco propone all’agente dei vip un week end esplorativo tra le bellezze della località. «Lo porto al dancing Macrillo»

Gallio. Porte aperte per Lele Mora a Gallio. Dopo la “cacciata” di Mora da Cortina dove il sindaco Andrea Franceschi lo ha definito «persona non grata» l’agente dei vip sta “cercando casa” per le sue vacanze invernali. E se Asiago segue a ruota la regina delle Dolomiti la confinante località di Gallio ribatte con un invito personale all’agente dei vip di visitare la montagna galliese.
LE BELLEZZE. Anzi il primo cittadino Pino Rossi propone un weekend “esplorativo” a Lele Mora per scoprire le bellezze di Gallio.
«Non posso che essere d’accordo con il sindaco di Cortina Andrea Franceschi nel ritenere poco gradite ciarlatanate che poco hanno a che fare con le vacanze in montagna; e questo a prescindere che la questione riguardi Lele Mora o altri vip – risponde il sindaco di Asiago Andrea Gios – Asiago punta da sempre ad un target family ma anche i vip che hanno frequentato e che tuttora frequentano le nostre montagne apprezzano proprio la riservatezza, il rispetto della privacy, la sobrietà dei nostri esercenti e della cittadinanza».
BENESSERE. Di tutto altro avviso il sindaco di Gallio che rilancia: «Ospiterei personalmente il signor Mora per un weekend all’insegna del benessere e della scoperta dei svaghi che Gallio sa offrire. Se Lele Mora, o altri vip, sono interessati possono contattare il Municipio che cerchiamo un accordo».
Un weekend che il primo cittadino abbozza rapidamente: soggiorno al Gaarten Hotel e spa, pranzo all’agriturismo Spill, gita in motoslitta con spuntino al rifugio Campomuletto per poi proseguire per la cena alla baita malga Molina. Poi nuovamente giù in paese, giro turistico a bordo di una slitta trainata dalle renne e poi per finire al Macrillo dove trascorrere le ore notturne.
CORTINA. «Capisco la scelta di Cortina che ha altri mezzi promozionali ma a Gallio stiamo soffrendo un momento turistico critico e ogni forma di pubblicità ci è favorevole – conclude Rossi – Però non sono d’accordo che le vacanze invernali debbano per forza escludere la vita notturna o qualche sana trasgressione. Negli anni ’60 l’Altopiano era molto frequentato dai protagonisti del mondo dello spettacolo di allora; Rita Pavone, Mina, Al Bano, Jannacci, il clan di Celentano tutti erano habitué dei locali notturni che erano più numerosi di oggi. Lo stesso Macrillo ha ospitato nel 1980 i finali di Miss Italia, quindi penso potrà ancora soddisfare anche le belle ragazze che circondano l’entourage di Mora. Perché non pensare anche a rilanciare i momenti “di gossip” che hanno caratterizzato per un periodo l’altopiano. Con questa crisi anche qualche “scandalo” da rotocalco può essere utile visto quanto questo tipo di notizia attiri la gente»
A questo punto non resta che attendere la risposta di Lele Mora. Deciderà di passare all’Altopiano per rifarsi il clan della montagna?

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