Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

salva
Perché ha fiducia nell’uomo, Cristo gli parla da uomo, con grande sincerità e franchezza: «Costa immensamente trattar bene l’uomo – scrive don Mazzolari -, assai più che parlarne bene. L’uomo ha molti corteggiatori, pochi amici: Cristo è l’amico dell’uomo». Da amico, poi, gli parla a quattr’occhi. I pescatori di Galilea sono tutta gente timorata e gelosa, chiusa dentro un piccolo mondo di acqua, di d’alture, hanno come argine storia, tradizione, religione. Di questa ciurma amica Cristo gode del più piccolo schiudersi della loro anima, della più piccola mossa del loro cuore, del loro lentissimo aprirsi verso la libertà: più che sopportarli, li supporta nel loro lento divenire uomini. Nella loro faticosa frequentazione di Dio e dei suoi segreti misteri. Ha pazienza, tanta pazienza: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?» Sembrano, loro, quei bambini che, al campeggio, appena partiti vanno dal don a lamentarsi: “È troppo lunga questa passeggiata, inizia a fare troppo caldo, fermiamoci qui”. È assai dura, la parola di Cristo: la zizzania è sempre vicina al grano buono, il male ha preso casa nello stesso pianerottolo dove vive il bene, Satana sganascia laddove Cristo s’adopera. La durezza della parola è la sua lentezza a realizzarsi: “Troppo duro aspettare, Cristo! Quando accadrà questo?” Troppo dura a credersi: “Tanto fumo, poco arrosto, gente” è il sospetto di Satana. È troppo dura da (sop)portare: “Non ce la faccio più, Cristo-Dio”. È il vangelo del quotidiano: «Il Vangelo, Cristo: sì. Me ne hanno parlato, ma Lui non l’ho visto ed io sono rimasto nel mio niente» (P. Mazzolari). E Cristo a svangare la solita certezza, che non è mai la stessa: “Arriverà, non tarderà, abbiate fede in me, nel Padre”. La fede dei discepoli vacilla. Cristo l’avverte: «Sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo». Iddio lo sente dentro-di-sé: il suo cuore è accordato al loro, non c’è nulla che turbi loro senza che Lui non s’accorga, rimanga indifferente. Cristo è l’Amico.
Li rinfranca, senza arrestare il cammino. Senza abbassare d’un centesimo il prezzo pattuito: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Come dire: “Sarà dura, se vorrete fare tutto da soli. Il Regno dei Cieli è una cooperativa di soci, un’avventura assai rischiosa per colui che vorrà farla in solitaria”. Arrancano i discepoli, s’azzuffa il cuore mio: loro, al pari mio, son tutta gente di buona volontà, testardi fino all’osso, uno smisurato senso del dovere nel cuore. Il mare li ha forgiati a resistere, le burrasche ne han fatto degli eroi del quotidiano, lavoratori mai domi. La fede, però, non è un dare qualcosa di nostro a Cristo, ma un ricevere da Lui. Non che Cristo s’appoggi a noi, ma che noi ci appoggiamo a Lui. Eccola la durezza: «È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla». Cristo, ancora una volta ha pazienza con loro: dipana la matassa, illumina le ombre del discorso, allarga il cuore. Poi, vedendo loro titubanti, rimane Dio. Pur sempre Dio, il Dio delle sorprese esigenti: «Forse volete andarvene anche voi?» Quando il cuore s’arresta – per un motivo, forse, in apparenza valido o per un nonnulla – Cristo provoca alla libertà. L’ultima sua mossa è lasciarli-andare: «Anche voi?» Anche è congiunzione di forza, rafforza l’elemento precedente, anche se sottinteso: “Già in tanti, finora, si sono staccati: volete aggiungervi anche voi alla lista? Liberi!” Credere ad un Dio-rovesciato, è materia per gente-folle, troppo duro per della gente con l’animo di budino. Iddio, nel frattempo, non svende: “Vedete voi cosa cercate, volete, desiderate. Poi, se vi andrà, fatemelo sapere. Altrimenti grazie per la fiducia accordata finora”. Pietro, il capociurma: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna». Messi alla prova del loro cuore, collassano: “Se la metti così, ovvio che non ce ne andiamo via: senza te siamo perduti. Senza-parole”. È esperto in domande tautologiche il Cristo dei Vangeli. Domande che hanno già dentro la risposta: “Che domande fai, Cristo-Dio? Ovvio che, se la metti così, non c’è storia: chi può competere con te?”. Non è mai ovvio nulla con Cristo: certi giorni, per amore, rivanga il pensiero di andarsene da Lui. Per scegliere, servono sempre due alternative: Lui o l’altro.
Senza un’alternativa per andarsene-via, l’amore è la più subdola delle dittature.

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». 
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». 
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. 
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio» (Giovanni 6,60-69).


(immagine tratta da www.medicinaonline.com)

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