In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne. Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete, perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai,quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
(Vangelo di Luca 6,17.20-26)
Una crociera è da sogno nei depliant, ma per gustarla occorre compierla.
Una Porche fa bella figura in garage, ma altra cosa è accenderla e darle gas.
Bella cosa è il progetto di una casa, ma tutt’altra soddisfazione vederlo realizzato.
Pensa che potenza se ne sta nascosta in un computer, ma lo si deve accendere per poterlo apprezzare.
Se hai fame, che sorriso quando vedi arrivare il cibo sul tavolo, ma devi muovere le dita e metterlo in bocca per gustarne la prelibatezza.
Che gioia un collier d’oro. Ma se non l’indossi rimane anonimo nella scatola.
Una crociera va intrapresa, un Porche va accesa, un progetto va realizzato, un cibo va ingoiato, un collier va indossato. In caso contrario, dove sta la loro preziosità?

Capisci perché su quella pianura oggi è un giorno speciale. Bisognava fare qualcosa di grande e d’immediato per quella sterminata turba di gente che soffre per rincorrere la felicità. Bisognava capovolgere il mondo, metterlo come un carro di fieno a ruote per aria.
E poi quei guai!
Un bambino è malato. La madre chiama il medico e il medico dice: “Per guarire occorre digiuno assoluto”. Il piccolo piange, strilla, supplica, sembra languire. La mamma, pietosa sempre, unisce i suoi lamenti a quelli del figlio. Le pare durezza quello che il medico ha prescritto. Ma il medico non cambia terapia e dice: “Signora, io so. Lei non sa. Vuole perdere il bambino o lo vuole salvo?”. La madre urla: “Voglio che egli viva!”.”E allora – dice il medico – non può magiare. Sarebbe la morte”.
Forse anche noi un giorno giungeremo a dire: “Signore, grazie di non aver ascoltato la mia stoltezza”.
GOD BLESS YOU!
Buona settimana