Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

Quando la
lancetta si fermerà sulle 8.08 locali del giorno 08.08.2008, a Pechino
s’accenderà – o potrebbe accendersi – quel braciere che sancirà l’inizio delle
Olimpiadi, dei sogni degli atleti, della passione degli sportivi. In qualche
modo l’Olimpiade è già partita: il sacro fuoco di Olimpia ha acceso la torcia
che – proteste, boicottaggi e ideologie permettendo – aggancerà il presente al
passato dello sport e della cultura. Facile immaginare che sarà un percorso
arduo, faticoso, geograficamente impervio e umanamente logorante. Rappresenterà
il percorso della vita dell’uomo sulla terra: tra contraddizioni e aneliti, speranze
e minacce trova sempre ispirazione per nuovi capitoli.
M’è
naturale sposare l’immagine della torcia passata di mano in mano, per augurare
un "in bocca al lupo" alla torcia dei cristiani: la Buona Novella. Dopo l’annuncio
scandaloso e molesto della Risurrezione di domenica scorsa, lo Spirito Santo li
costringerà ad abbandonare la sicurezza del cenacolo, l’anestetico della
tranquillità, la sicurezza della tradizione perpetrata all’esaurimento per
accompagnare la fiaccola su sentieri tutt’altro che pianeggianti. Ci saranno
folate di vento a tentarne lo spegnimento, vallate pericolose perché inumidite
di abitudinaria religiosità, chiese che si rifiuteranno di ospitarne il
passaggio. Pur applaudendone l’iniziativa. D’altronde il mondo stesso
s’interroga su come proteggere i diritti civili a Pechino e,
contemporaneamente, come guadagnare il massimo dai giochi olimpici! Consola
sapere che al Creatore della Scrittura Sacra importa la fatica
dell’imperfezione che trascina il carico in salita, fallisce, riprova, si
affanna nell’impossibile obbedienza e, senza raggiungerla, intanto si migliora.
All’uomo di fede nessuno impone di colmare il compito, ma di non sottrarsi
all’accanimento del tentare. Ce lo spiega G. Bernanos, scrittore francese, il
perché di tale fatica: "Il buon Dio non
ha scritto che noi fossimo il miele della terra, ma il sale"
.
Il "sale"
bruciante di Magdi Allam: forse la provocazione più bella per chi vorrebbe già
spenta la torcia olimpica della Risurrezione. Afferrato e turbato da quel
messaggio di salvezza che a noi sembra insignificante. Ignorando che se il
Vangelo non ci turba più, qualcosa non va nel nostro modo di divorarlo!
Prova ne sono le
parole di un giovane prete di Padova che, interrogato circa la conversione di
Allam, con erodiana sicurezza si sistemò il colletto dicendo: "Questione di marketing".
Forse annusava
già il profumo dell’abbacchio con le patate al forno…

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