Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

porta

La vita è una sinfonia di suoni: suoni gravi e solenni, pungenti e ribelli, acuti e imponenti. Suoni che somigliano a dei tocchi, a dei rintocchi, anche ad arpeggi e palpeggi. Suoni che destano curiosità come il tintinnio di un lamento, che impauriscono come l’allarme di un’auto-medica, che consolano come il passo di papà quando rincasa la sera. Ci sono suoni che rimangono suoni, suoni che diventano visioni, suoni che odorano di vita. Pochi suoni, però, battono, in quanto ad attrattiva, il bussare-alla-porta. Bussare è un po’ come suonare, anche un annunciare e annunciarsi, certamente un accendersi di memoria e d’intuizione: “E’ lui. Anzi no: forse è lei. Chi è che bussa?”.
Si può bussare alla finestra di una casa, al finestrino di un’automobile, al vuoto di un muro. La zona-preferita del bussare, però, rimane la porta. Quando le nocche battono sbattendo, è come prendere l’iniziativa. Chi sta sulla difensiva chiude a chiave la porta. Chi sta sull’offensiva sbatte la porta in faccia. Chi prende l’iniziativa, invece, bussa alla porta; magari, anche, apre la porta prima ancora che si bussi. Tra lo stare sulla difensiva e lo stare sull’offensiva, prendere l’iniziativa è aprire. Oppure bussare, che è un aprirsi alla possibilità, concedersi il lusso dell’attesa: «Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20). Un Dio che bussa: dopo il Dio-Bambino e il Dio-fornaio, è un Dio che sa di impasti e di incontri, di buono. Un Dio a disposizione di tutti, nonostante tutto: le chiavi appesantiscono e si possono smarrire lungo la strada, è sempre meglio avere qualcuno che ti apre la porta quando arrivi a casa. Meglio se con un sorriso come portachiavi: l’amarezza, quando si ritorna dopo una giornata di baccano, non è quella di trovare la luce morta o il fuoco ancora d’accendere. L’angoscia è non trovare nessuno che t’aspetti e che t’apra la porta, che t’attenda oltre quella porta.
La “Porta della Misericordia” è diventata l’emblema di questo Giubileo straordinario: anche per lei valgono le sfumature delle altre porte. Quando s’apre, sono scenari mozzafiato: peccatori riaccreditati, strade sconnesse che tornano transitabili, storie di malaffare che diventano affari. Qualora, poi, la porta della misericordia corrispondesse esattamente a quella di una galera, il lusso è servito: aprirla non è sbeffeggiare la giustizia, è farla abbracciare con la carità, il nome laico dell’amore. Un menage-a-trois riguardoso, seppur quasi irriverente: la giustizia, la misericordia, l’uomo. Il vescovo di Padova oggi aprirà la “Porta” della chiesa del carcere: una provocazione, un voltastomaco o una benedizione? Tutti e tre, in sincronia. E’ provocazione, nel suo senso più nobile: essere causa di qualcosa, anche solo di una certezza in meno, di un dubbio in più. E’ un voltastomaco: certi pensieri, come con certi cibi, causano malessere. Conoscerli per curarli è aver cura della salute, dell’anima. E’ benedizione: dire-bene di ciò che tanti maledicono, dicono-male. Un prendere l’iniziativa laddove va di moda stare sulla difensiva, meglio ancora sull’offensiva. Un vescovo apre la porta perchè conosce la grammatica dei ladri e delle imboscate, quelle che lasciano tramortiti: la porta più protetta è quella che si può lasciare aperta. Come quella prima volta in Paradiso: tanti dicevano in giro d’avere in tasca la chiave giusta per rubare il Cielo. Solo uno, a conti fatti, scoprì che quella porta s’apriva in una maniera tutta strana: non forzandola, ma bussando: «Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno» (Lc 23,42). Lui era un brigante, cioè tutto fuorchè un santo. L’altro era il Dio-moribondo, dei moribondi. S’incontrarono sulla soglia del Paradiso e lasciarono aperta la porta. A mò di promemoria.

(da Il Mattino di Padova, 27 dicembre 2015)

 


In diretta-streaming e radiofonica la celebrazione dell’apertura della Porta Santa nella parrocchia del carcere di Padova

Domenica 27 dicembre 2’15, salvo imprevisti dell’ultimo momento, la celebrazione con l’apertura della Porta della Misericordia nel carcere “Due Palazzi” di Padova verrà trasmessa a partire dalle ore 9.45 in diretta streaming sui seguenti siti: www.diocesipadova.it, www.difesapopolo.it, www.bluradioveneto.it. Verrà anche trasmessa anche radiofonicamente sulle frequenze di BluRadioVeneto 88.7, 94.60 e per l’Altopiano di Asiago 91.9.

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