Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

In diretta dall’aeroporto di Linate… don Marco e Manlio, alias don Camillo e Peppone, stanno per decollare alla volta della Grande Mela. Dopo qualche mese di allenamenti e racconti, di sfide e battute, di progetti e sudore… Si vola. Il don è arrivato a Milano ieri sera, l’ho trascinato immediatamente nel peccato – non dell’uomo, ma del maratoneta: cena a base di gnocchi di patate della mia mamma: speciali, come sempre – e poi ospitato. Stamattina allenamento alle 8, in compagnia – per fortuna – di Lorenzo, che ha consentito al don di viaggiare a un ritmo un filo più brillante (pur lento) di quello del sottoscritto, ormai in crisi piena. Questa settimana sono riuscito finalmente a occuparmi della mia schiena grazie all’aiuto di Graziano e di Alfio, ovvero un trattamento (a Milano) che ha rilassato quanto più possibile i muscoli della mia schiena (il primo) e una sistemata al mio scheletro (a Como) da parte del mio guru assoluto che si occupa di me da oltre dieci anni. Entrambi mi hanno vietato di correre domenica: sono rigido e storto, mi farei del male. Poco lavoro, poca corsa, tanto stretching, nuoto, ginnastica e corse brevi per qualche settimana.
Il che vuol dire che già stamattina – 80 minuti – sono arrivato al limite fisiologico del periodo. E che fatica ragazzi. Davanti a me, Lorenzo e il don conversavano amabilmente scollinando tra Merate e l’Osservatorio mentre io non volevo forzare e mi rendevo conto che anche volendo non avrei potuto tenere quel ritmo (attorno ai 5’/km) molto a lungo. Quindi inseguimento per tutta la mattina. Poi l’incontro e gli auguri di Elio, il nostro capitano: aveva corso tre ore ieri ma ha voluto aspettarci al rientro per conoscere don Marco, che in poche ore ha conquistato diverse persone ed ha appena ritirato il suo completino nuovo, con la stampa della nostra avventura, preparato in fretta e furia ma con la solita perizia da Rosalba di Seriprint, come al solito amici dello sport (per quante squadre lavorano! in ogni sport…).

Ora siamo a Linate. Superato ogni ostacolo e spedito – in un enorme scatolone, chissà cosa ne penseranno tra i cieli di Londra e New York – persino il Fico di Gazzenda, l’agenda che da dieci anni preparo per i ragazzi: il Fico è uno dei personaggi attorno al quale facciamo gruppo e comunicazione per i ragazzi, sia online sia su FB sia ovviamente su Gazzenda. Un personaggio in più che viaggia con noi alla scoperta della Grande Mela, potrebbe persino… scoppiare un amore alla frutta. Beh, scusate la battuta mi è scappata così e non è il massimo però non voglio cancellarla.
Ieri cena straordinaria, oggi quasi digiuno per don Camillo. Che si aggira affamato per l’aeroporto. Abbiamo fatto un errore da bambini, passato ogni controllo. E nell’area B non c’è un bar, un ristorante. Nulla. Solo Coca Cola, bevande varie e tramezzini velenosissimi per chi deve correre domenica. Meglio evitare, e io per correttezza mi tengo altrettanto lontano da tutto. A Londra, trasferendoci in fretta da un aereo all’altro, proveremo ad allungare le mani su un po’ di frutta. E speriamo di avere fortuna.

A NEW YORK – L’appuntamento a Central Park è confermato. Ci si trova alle 7.30 a Columbus Circle. Noi arriviamo da East Central. E cercheremo di essere puntualissimi. Non porteremo con noi il Fico però molti di voi ormai ci conoscono. Io avrò con me qualche dono, come preannunciato, oltre al Don. Così chi ancora non lo conosce può affidarsi a lui e alle sue preghiere, ben più efficaci delle mie, per la gara di domenica. Incontro, foto, preghiera e corsetta leggera per i pendii di Central Park. Alla scoperta delle ultime curve, del traguardo e dello spettacolo, dell’emozione di quel posto magico per ogni runner. Poi, liberi tutti. Per andare al Centro Maratona, a far colazione, a spasso per la città o a riposare ancora. Io? mentre don Camillo troverà modo di recuperare le forze e dormire un po’ – in questi giorni ne ha fatte di tutti i colori su e giù per l’Italia – andrò a lavorare un po’, a incontrare Haile Gebresselassie e altri top, anche Filippo Lo Piccolo, mio nuovo amico anche su FB, domenica il miglior italiano in gara, forte del suo 2.19′ infilato a Manhattan. L’ho conosciuto proprio un anno fa dopo la corsa, spero che trovarlo prima gli porti fortuna; perché se lo merita e perché il nostro blog, con la forza di tutti voi, un po’ di sprint lo regala sempre. Io lo auguro a tutti voi, a lui, a don Marco ed agli altri 3800 italiani al via. Stavolta starò a guardare, so che mi mancherà un po’ ma so che vivrò un’altra esperienza straordinaria da raccontare con una luce differente. Per una volta.

REALITY E BEIRUT – Vi saluto con due appuntamenti diversi ma ugualmente particolari. Stasera alle 19.45 occhio al Rai Sport 1, sul digitale terrestre, perché scatta la versione televisiva di The Run by Powerade, l’avventura di otto runner che in questi mesi si sono allenati e misurati con un allenamento su misura e innovativo oltre che con le dieci gare organizzate da Gazzetta. Seguite le avventure di Beep Beep e di Spritz, di Gladiatore e Farfalla, di Jetlag e degli altri: sono come noi, diversi tra loro ma uniti da una passione travolgente. Sono curioso di sapere se vi piacerà e cosa ne pensate.
Non solo tv, però. E non solo New York. Perché domenica a Beirut si corre la maratona, e X-RUN ha organizzato un’avventura davvero particolare e una squadra speciale, attorno all’entusiasmo sempre più incontenibile di Giovanni (del trio con Aldo e Giacomo) per correre e raccogliere fondi. Il loro obiettivo è aiutare il Centro Pediatrico Bangui, organizzato da Emergency – che come sapete da sempre è al centro dei pensieri anche di Gazzetta -. Non vedo l’ora di avere anche loro notizie e magari di aiutare anche io in qualche modo il loro lavoro.

 


NOTA – E’ possibile commentare questo post anche sul blog di Manlio Gasparotto cliccando qui.

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