Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

La frase meditativa della mia settimana d’allenamento
“Ho sempre amato correre (…), è qualcosa che puoi fare da solo, unicamente grazie alla tua volontà. Puoi andare in qualsiasi direzione, correre lento o veloce, o contro vento se ne hai voglia, scoprire nuovi luoghi usando solo la forza dei tuoi piedi ed il coraggio dei tuoi polmoni.”
(Jesse Owens, vincitore di quattro medaglie d’oro alle Olimpiadi di Berlino 1936)

faticaRoma (e.l.) – Siamo arrivati alla conclusione della quarta settimana d’allenamento – e quindi del primo mese intero – in vista della Maratona di Milano del prossimo aprile. Superati i primi 400 km, la condizione del nostro atleta migliora di giorno in giorno . Già una prima considerazione balza agli occhi, facendo un raffronto con le due precedenti stagioni d’allenamento. Quest’anno si è scelto di cambiare la tabella, preferendo più km a ritmo maratona riducendo al minimo le ripetute brevi. Questo fa si che possiamo alternare settimana di carico a settimane di scarico, cose che l’anno scorso non avevamo programmato. Consegue che, sopratutto a livello mentale, la situazione migliora e la capacità di sopportazione migliora. E’ per questo che nell’ultima settimana – parole di don Marco – “finalmente mi sono divertito ad allenarmi”. Raggiungere il divertimento senza diminuire i km o la fatica del ritmo da tenere è un bellissimo obiettivo che siamo giunti a braccare alla preparazione della quinta maratona. Forse siamo sulla lunghezza d’onda di Alex Schwazer quando disse: “Io provo soddisfazione ad allenarmi, ogni tanto mi tocca poi gareggiare”. O sulla lezione d’oro impartita questa settimana da Christof Innerhofer: “Per andare forte ogni tanto occorre fermarsi”. Gente che applicando questa filosofia sportiva ha raggiunto e sta abitando l’eccellenza nei loro specifici settori dell’agonismo.
Per venire al lato tecnico, questa quarta settimana prevedeva due lavori specifici e tre giorni di allenamento normale (4’35″/km). Mercoledì abbiamo svolto il primo dei due lavori: si trattava di ripetere due volte i 5000 m. a 3’35″/km. Ci siamo arrischiati di fare questo lavoro a Villa Doria Pamphili anziché nello Stadio di Caracalla. Nonostante il terreno fosse molto diverso dalla pista – e i nquesti lavori la differenza la si nota sopratutto nel fondo sconnesso che impedisce la spinta al piede – entrambe le ripetute (alternato da 5′ di riposo attivo) sono riuscite molto bene (guarda i dati). Solo un leggerissimo fastidio verso la fine della seconda, a ricordo di quello stiramento muscolare che, probabilmente, ancora fatica ad andarsene in pensione.
Il secondo lavoro che la tabella prevedeva – un lunghissimo di 32 km a 4’35″/km – è stato svolto sbatao mattina sempre nella zona di Villa Pamphili. A differenza del precedente, questa volta il ritmo è stato imposto correttamente sin dai primi km e questo ci ha permesso di svolgere un allenamento in piena tranquillità, in solitaria e dentro i tempi stabiliti. Alla fine sono uscite quasi 2h 25′ di corsa ad un ritmo leggermente inferiore ai 4’30″/km (guarda i dati).
Gli altri tre allenamenti – due dei quali svolti nelle strade dell’Alto Vicentino – sono stati di normale amministrazione e hanno mostrato, forse inaspettatamente – di procurare più fatica mentale al nostro atleta di quelli molto più impegnativi. Riflettendo sui tempi dell’allenamento, sui tempi di recupero e sui tempi che mancano all’appuntamento milanese, forse il programma ci chiederà di apportare qualche modifica: preferendo l’allenamento alla gara agonistica. Anche se al nostro atleta non andrebbe proprio giù di non poter correre la Maratona di Roma del 20 marzo prossimo. Ma l’obbiettivo che noi dobbiamo tener bene presente è il traguardo del 10 aprile, obbiettivo per raggiungere il quale forse val bene anche qualche rinuncia agonistica in più. Sapendo, però, di giocarci il tutto per tutto in una sola giornata.
Da Roma – zona Villa Pamphili – per sullastradadiemmaus è tutto.

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