Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

C’è un uomo – non so quanto i vigliacchi decidano di lasciarlo ancora vivo – la cui vita è una delle più spericolate che io conosca: Fortunato Di Noto. E’ “anche” prete ma prima di tutto è un uomo con gli attributi. Il più bel attributo: è uomo di Dio, dove il genitivo fa la differenza. Sono più di trent’anni che dall’alba al tramonto punta il dito al male: lo studia, lo sfida, lo minaccia d’estinzione. Non un male qualsiasi, il male organizzato, criminale: si scrive “pedofilia” ma si legge “morte”. Sottile, bastarda, invisibile: morte che, quando non avviene all’istante, si pagherà in comode rate mensili nel resto della vita «Le conseguenze sono devastanti – spiega -: non è un caso che chi ce la fa venga identificato come un sopravvissuto». Come chi è scampato ad un eccidio, ad un tentato sterminio.

Ci sono due luoghi, al mondo, che attribuiscono la “certificazione di origine controllata” a quest’uomo: le carceri e la Chiesa. Conosco gente, in galera, che lo odia per il semplice fatto di rompere loro le uova nel paniere: per questo, nel tempo, tentano di ammazzarlo. Anche nella Chiesa, in questi anni, hanno tentato d’ucciderlo senza infamarsi le mani: dicendo che, con un busto come il suo, se ne vada a giocare a sumo invece che infastidire il quieto credere. Lui, l’acqua lo bagna e il vento lo asciuga, invece. Avanti il prossimo! Trent’anni di prese per i fondelli non valgono il sorriso che Papa Francesco gli ha riservato in un’udienza storica: mai un Papa gli aveva riservato un onore così (meritato). Dopo le parole di PietroFrancesco, chi lo ama continua a seguirlo, chi lo odia continua ad inseguirlo.

Ci vuole fegato per riuscire a sopravvivere a ciò che i suoi occhi, e quelli di Associazione Meter, quotidianamente vedono da quasi mezzo secolo: dorme la notte, dopo quelle prime visioni occulte, solamente chi, in quella merda liquida, ci va come inviato di guerra da parte di Dio. Se uno ci andasse per gioco o per sfida, finirebbe inghiottito vivo da quant’è untuoso questo male. In tutto il mondo questa domenica si celebra la XXVII Giornata Bambini Vittime. Vittime di che? Della violenza, dello sfruttamento e della indifferenza contro la pedofilia. Invece che unirsi nella preghiera, lo sfottono: “Ancora questa storia! Son trent’anni che va avanti e tutto resta uguale”. Idioti: la vera potenza di Dio – insegna Agostino – non consiste nell’impedire il male, ma nel sapere trarre il bene dal male. Ogni vita salvata fa trovare in mano a quest’uomo un pezzo di Paradiso. Alla faccia.

(da Specchio de La Stampa, 7 maggio 2023)

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Oggi si celebra la XXVII Giornata Bambini Vittime, un’idea di Associazione Meter che, con il passare degli anni, sta diventando appuntamento comunitario. In Piazza san Pietro, oggi, Associazione Meter pregherà il Regina Coeli con Papa Francesco. Se vuoi conoscere la loro missione: www.associazionemeter.org

Una risposta

  1. Don Marco, la storia si ripete! 😊
    A don Fortunato qualcuno ha suggerito il sumo, a Lei qualcun altro ha suggerito di andare a vendere liquirizie: https://www.vanityfair.it/show/tv/2021/03/18/don-marco-pozza-papa-francesco-telefono-tv
    Quando si dà fastidio, è più che ovvio ricevere “suggerimenti” sul da farsi.
    C’è un terzo Incomodo a fare la differenza e a lasciar saltare i previsti equilibri mondani: Dio.
    In carcere, in chiesa, ovunque si annidi il Male esiste una ricetta bell’e pronta, da formulare sempre allo stesso modo: l’invito ad allontanarsi.
    Se, però, l’uomo di Dio -che per me è il Profeta, colui che parla in nome e per conto dell’Eterno- procede indomito a percorrere la via maestra, i “consigli” ricevuti sono inutili, lasciano il tempo che trovano.
    Possono provocare sofferenza e disagio, sarebbe stolto negarlo, ma poi…sono i fatti a parlare.
    Avanti tutta, don Marco, insieme a don Ferdinando!
    Un abbraccio per due, dal ❤️.
    P.S. Ho imparato ad utilizzare le emoji sul sito! 🤗

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