bagnoUn bidè, un lavandino, una vasca, rotoli di carta e asciugamani. Dentifricio, saponetta e lametta da barba. Il bagno di casa: che familiarità! Ma attenzione: proteggiamolo! Perché c’è chi, vista la sua privacy, rischia di invaderne la cubatura. Avverto preoccupazione perché sento che quell’oggetto – che lo Zingarelli definisce televisione – vuole invadere l’ultimo spazio rimasto per la formulazione e l’elaborazione del pensiero. Sembra un eccesso, eppure capita sempre più spesso di doversi rinchiudere in bagno per raccogliersi. Così, tra beauticase, after-shawe e shampoo, capita d’imbattersi in romanzi di fantascienza, manuali di architettura, libri di storia e geometria, fotocopie di temi di maturità. O post-it affissi sullo specchio come promemoria.
Lo immagino triste il giorno in cui, varcata quella porta, scoverò pure lì l’immagine e la voce della De Filippi nazionale, il sorriso di Pippo Baudo e i passaggi a Nord – Est della coppia Angela, le sesso-acrobazie del Grande Fratello e la dotta informazione di Studio Aperto. Sarà traumatico perché anche in bagno – oasi di serena concentrazione – rischierò di confondere la finzione con la realtà. Li accoglierei volentieri a casa mia gli autori del programma Amici che, come ultima mossa, hanno catalizzato più di 80.000 giovani (e non solo, purtroppo) in Piazza del Popolo a Roma per chiudere la trasmissione. Chiudere momentaneamente. Forse nel bagno – ultima “terra di confine” rimasta tra la virtualità e la realtà – riuscirebbero a fiutare la sciagura che stanno volutamente pianificando. Qualcuno osò definire la De Filippi “madre dura ma giusta, orgogliosa ma ironica” e il suo programma “l’unica scuola che funziona” (W. Siti, La Stampa). Se è vero, la prossima pubblicazione dello psichiatra Andreoli avrà come titolo “Lettera ad un autore televisivo” in cui dimostrerà che le vecchie maestre delle elementari – che anni fa potevano guadagnare un milione di lire – non hanno fatto nulla di male per apparire sminuite al cospetto della De Filippi. Lo scrisse Brecht in una sua poesia: “l’uomo ha un difetto: può pensare”. Con il pensiero si costruiscono rivoluzioni, intuizioni e altezze artistiche. Ma anche polvere da sparo. Additare “Amici” come l’unica scuola che funziona, significa far passare per pura ingenuità il bullismo della maestra con il perizoma di Lecce, della classe che fa la òla mentre la prof spiega, del gatto che scoppia perché vittima di un petardo in retro-postazioni. Il fatto è che tra le pubblicità del Mulino Bianco e altre degne di una puntata di Sex in the city lor signori c’hanno “ficcato” la smania di arrivare. A tutti i costi. Deviando note, musiche e forme che viaggiano nell’immaginazione giovanile.
Due appunti stanno appesi nel bagno: dove è finito il vincitore di Saranno famosi 2001 Dennis Fantina? Perché Karim (figlio televisivo della De Filippi) a Milano inscena da ubriaco una rissa? Forse pensa che tutto il mondo sia un trono in cui apparire macho?
Difendiamo il bagno: confine tra essere e apparire.

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