La storia di Giovanni è ai titoli di coda: «Dopo che Giovanni fu arrestato». Il momento è sfavorevole, la situazione è delicata, gli avvenimenti dell’ultima ora danno come assai rischioso azzardarsi in un’altra profezia: le sbarre della galera annunciano che le tenebre hanno scelto da che parte stare. Dalla loro.
Lui è un Camminatore (liturgia della III^ domenica del Tempo Ordinario). Un giorno – dategli il tempo per qualche miracolo e per altrettante parche parole – quando L’incroceranno si faranno da parte: il mondo intero si fa da parte quando incontra un uomo che sa dove andare. Nel frattempo, il Camminatore fa quello che meglio Gli riesce di fare: cammina. Da Nazareth – terra di Madre e di annunciazioni – a Betsaida, terra di stupori e di nasi rimasti all’insù. Tra le due sponde, i soliti passi che annunciano le solite parole: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Tutto qui, semplicemente scarno, al netto delle allusioni. Il tempo è compiuto: ciò che da millenni s’era promesso, oggi è realizzato. Eccolo, guardalo, toccalo. Il tempo è compiuto ma il Regno è vicino: ad un passo, non ancora dentro, a disposizione. Da vicino a dentro è lo spazio della decisione, della conversione, del cambiamento. Lo dice Lui, il Camminatore Ramingo: «Convertitevi». E’ il verbo dell’inversione di marcia, quella “a u”: netta, secca, decisa. Si inverte il cammino, si rigira il volante, si torna dall’altra parte: sempre all’opposto, dalla parte di Dio. “Convertitevi”, ovverosia “giratevi!”: guardatemi, accettate d’essere guardati, lasciatevi guardare. Il segreto magnanimo dei girasoli, fiori d’altissimo indice evangelico pur senza mai essere citati: loro sanno sempre da che parte voltarsi. E io l’invidio per questo: “Giratevi e credete a questo sguardo”. Parola di Dio, Maestro di gigli, di passeri e di girasoli.
– Questa è buffa! – disse sottovoce Courfeyrac a Jean Prouvaire.
Era una cosa seria, infatti. Marius si trovava in quella prima ora violenta e incantevole, che è il principio delle grandi passioni.
Uno sguardo aveva prodotto tutto questo.
Quando la mina è carica, quando l’incendio è pronto, nulla è più semplice. Uno sguardo è una scintilla.
Era fatta. Marius amava una donna. Il suo destino entrava nell’ignoto.
(V. Hugo, I miserabili)
Parte col rischio addosso: l’amico Battista è ai ferri corti, è dietro i ferri. La galera è un presagio funesto, un’intimidazione anche per il Nazareno. Eppure Lui parte: ha visto i titoli di coda della storia dell’amico precursore e rilancia la sfida. Per un nuovo inizio, nel nome di don Chisciotte: «Cambiare il mondo, amico Sancho, non è utopia, non è follia: è semplicemente giustizia». Parte in svantaggio, da Cafarnao: terra di pochi pescatori e di mare infingardo. Da ciò che è poco più di niente: che eroe sarebbe altrimenti? Parte camminando e chiamando: «Vide Simone e Andrea (…) Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Li fissò e se ne innamorò. Li conquistò: da quel giorno ogni sequela nascerà da uno sguardo. Lasciarsi guardare sarà come entrare nel mirino della felicità, sempre: anche col mare in tempesta, anche col gallo che canta, anche da sotto la Croce. Voltatevi, girasoli: sta passando la salvezza. Potenza di una bellezza che avrebbe fatto arrossire Petrarca e inginocchiare l’Alighieri poeta: «Subito lasciarono le reti e lo seguirono». Inversione di marcia e via: su altre direzioni. Sempre col vecchio mestiere di pescatori cucito addosso: a cambiare sarà solo la destinazione d’uso di quelle reti. Pescare pesci è troppo scontato: lo fanno già in tanti a Cafarnao. Pescare uomini sarà troppo rischioso: uno ci ha appena provato a Cafarnao e ha fatto bottino pieno. Basterà pescare con lo sguardo: per chi ha mira, basterà sempre un colpo solo. Non uno in più.
Erode, lo spaccalegna di Palestina, Lo volle ammazzare: ordinò lo sterminio di tutti i bambini della sua età per essere sicuro di vincere. Gliene scappò solo Uno: ne basterà uno, come ai tempi di Mosè, per mettere a soqquadro un impero d’arroganza. Erode sgozzerà come un capretto il Battista: quella storia deve finire. Col Battista in carcere, invece, un Altro parte ad annunciare la stessa storia. Quella che un tempo infastidiva i potenti e oggi mette ansia ai rimanenti: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Cioè – con buona pace di Erode, del quale è rimasta polvere e memoria – Dio non tornerà mai sui suoi passi. Lui, e coloro che da Lui si lasceranno sedurre il cuore: se il tempo è compiuto, tanto vale fare di tutto perchè il Regno da vicino divenga interno. Ne vedremo delle belle: da ambo le parti.
Segnaliano il link dell’intervista fatta da Alessandra Petitta a don Marco Pozza nella trasmissione Storie di Radio Vaticana andata in onda lunedì 19 gennaio 2015.