Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

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Pare che nella notte di Santa Lucia ci sia stata una vera e propria pioggia di meteore Geminidi. Cadono a fagiolo coi pensieri che mi turbinano dentro da qualche giorno. Le stelle mi hanno sempre affascinata e quale uomo non si è fermato almeno una volta, naso all’insù, a contemplarle. Bussole in cielo per uomini di terra. Un articolo scientifico scrive che più le stelle son piccole e più la loro esistenza si allunga. Mi fa sorridere. Logica contraria alla notorietà per l’uomo. Per noi le stelle son quelle del cinema, dello spettacolo, quelle dei ristoranti di alta classe, quelle attaccate sui colletti dei militari. Sanciscono fama e riconoscimenti. Celebrità, il cui ego si è espanso abbondantemente. In potenza, in ricchezza, in fama, in dominio, in autorità. Noi, cuori pulsanti, nei secoli, abbiamo sempre messo sul piedistallo della storia uomini che non sempre hanno brillato per i loro gesti, per i loro valori e per il loro esempio. Non certo lungimiranti in materia. Eppure, anche le stelle continuano ad indicare la strada della piccolezza. Addirittura una stella cometa, nel deserto della Giudea, ha indicato una rotta di umiltà, mistero e nascita. E come un’improvvisa intuizione, mi scalda il cuore San Paolo col suo ricordarci con passione e slancio quale sia la strada per non smettere di brillare, nemmeno in mezzo alla nebbia che offusca la vista e la memoria.

“Splendete come astri nel mondo” (Fil2,15), lasciate una traccia del vostro passaggio. Proprio come le stelle che nascono, vivono e muoiono e che, anche dopo essersi spente, continuano a far arrivare la loro luce quaggiù sulla terra. Basso egocentrismo…lunga durata!
Una bici inforcata da colui che veniva chiamato “il postino di guerra” e un paio di piedi possenti del campione olimpico “innominabile” mi si stagliano davanti. Due dei tanti atleti del ‘900 che, attraverso le loro imprese di sportivi e uomini integri, hanno saputo dare uno scossone alla storia. Quella fatta di guerre, missili, stermini, ideologie politiche asfissianti. Gino Bartali, il ciclista che attraversò la nostra penisola trasportando, nella canna della sua bici, documenti di vita e salvezza per migliaia di ebrei, rischiando la propria pelle. “L’eroe silenzioso”. Ed Emil Zatopek, il recordman olimpico degli anni ‘50, tutt’ora imbattuto, simbolo di un popolo cecoslovacco anelante un nuovo respiro di libertà dalla sottomissione russa. Un uomo, segno di speranza per una nazione, la cui immagine e il cui nome furono banditi perché promotori di una scintilla di possibilità in un regime di terrore.
Uomini semplici eppure grandi, che nel silenzio dei loro gesti, in mezzo a prove mortali, hanno saputo fare il bene. “Il bene si fa ma non si dice”(Bartali). Le loro azioni, solo decenni dopo, avranno un valore e un peso, continueranno ad essere raccontate e scalfiranno coscienze assopite. Il tempo è una fiamma che depura e tempra le cose preziose, lascia solo l’essenziale. Una stella nasce, esplode e muore in silenzio, da qualche parte nell’universo, e noi la sua luce continuiamo a vederla anche oggi: una scia d’Eternità. Mi interrogano questi due uomini, due dei tanti, che hanno sfidato la morte certa, lo sterminio immediato o postumo, solo per il bene, per il bene di molti, per un bene che non fa scalpore. Meteore luminose in un secolo buio e tormentato. Fare bene il bene. “Alla Madonna ho promesso che avrei fatto le cose per bene, perché tutto quello che faccio, lo faccio a nome suo. E così lei è stata attenta a non farmi sbagliare” (Bartali).
Un Bambino sta arrivando, anticipato proprio da una stella. La Sua traccia permane, ormai, da secoli e nei secoli. La Stella che da 2000 anni non si è mai spenta. Lo sguardo, allora, va dal Cielo  a quella greppia, a quei due atleti dal cuore coraggioso, giusto e generoso e si allarga ai milioni di esseri umani che nel corso delle ere hanno vissuto da veri uomini. Razza, etnia, politica, religione, nessuna forma di eroismo, solo tanta quotidianità. “Non voglio essere ricordato come un eroe. Andare in bicicletta era il mio mestiere e lo dovevo fare: l’ho messo a disposizione di chi in quel momento aveva bisogno” (Bartali). Uomini autentici, vite reali e decisamente “sul pezzo”. Esempi di realizzazione di pienezza, di vita bevuta a pieni sorsi e non semplicemente assaggiata e magari avanzata su qualche piatto che qualche povero sguattero provvederà poi a lavare. La Storia della salvezza é passata anche da queste “luci” umili, sconosciute, quotidiane eppure così luminose e il cui riverbero è arrivato fino ad oggi. Forse, son chiamata anch’io, anche tu, a risplendere esattamente lì dove sono, come sono, ben piantata nella realtà, col cuore in Cielo e con una lista delle mie celebrità da rivedere!

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