Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

iStock_000005167890XSmall.teenagers1Li vedi alla fermata dell’autobus, all’uscita da scuola, al parco giochi. Vestiti di marca, look curato, abbigliamento e stile che rispecchiano la moda del momento. Si muovono in gruppo: uniti, compatti, sembrano branchi.

Ma la vita e l’esperienza ti insegnano che è proibito usare uno sguardo piatto e superficiale nei confronti degli adolescenti.

Non puoi pensare, con sdegno, che si “aggreghino supini, si tirino cretini tra tv e telefonini”, anche se è assolutamente vero che siano “spiazzati da un mondo di falsi eroi”. Sì, c’è l’influenza dei media, della cultura dominante, che s’insinua, strisciante, negli anfratti del tempo libero, tra i programmi che li allettano con false promesse di soldi e successo, nutrendo le loro ambizioni di finzione gonfiata e deformata, fatta passare per realtà. C’è l’inevitabile, martellante ritornello che ti dice come devi essere, come ti devi vestire, quando e quanto fare sesso, e quando puoi (eventualmente) decidere di costruire un legame solido e duraturo, che – quanto meno – voglia guardare al futuro. Ma tutto questo non basta. Non basta a spegnere sogni, desideri, aspettative. Sono tentativi forti e violenti, ma non sono ancora sufficienti.

 

È vero, del resto, che sono “spiazzati da un mondo di falsi eroi”: si accorgono, il più delle volte, di questa falsità, eppure se dovessi cercare una parola per descrivere gli adolescenti di oggi, la prima parola che mi viene in mente è proprio questa: spiazzati. Spiazzati dai cambiamenti sociali, politici, economici. Anche un po’ schifati dal mondo degli adulti, ma al contempo fortemente attratti e motivati a farne parte nel minor tempo possibile, non importa in che modo.

Con una bella immagine, il professor Meluzzi sintetizzava bene il problema degli adolescenti di oggi: l’adolescenza è quell’età di fuoco per cui uno cerca lo scontro e, con veemenza, si dirige contro le porte che si frappongono tra sé e il proprio obiettivo. È sempre stato così, in fondo. Il problema nasce quando l’individuo non trova porte chiuse da sfondare a spallate ma porte aperte: e allora l’adolescente, in piena rincorsa, rischia di finire dritto dritto fuori dalla finestra…

Figli che hanno lacerazioni recenti, come l’aver subito una separazione e un divorzio dei genitori, spesso mitigati da regali costosi, nel tentativo di aggiustare situazioni oggettivamente difficili da vivere per il bambino e l’adolescente.

Adolescenti che sembrano avere tutto, ma che mancano di cose importantissime, come la fiducia in se stessi e qualcuno che abbia la pazienza di ascoltarli, di prendersi carico dei loro sogni e delle loro speranze, che si prenda l’impegno, anche solo per un momento, di guardare il mondo con i loro occhi.

Ragazzi che si destreggiano tra corsi sportivi e culturali, che si sommano agli impegni scolastici e che, negli attimi di lucidità, di fronte alla richiesta su cosa preferirebbero avere, ammettono, candidamente: «più tempo da passare con gli amici, anche solo per parlare». Si battono e insistono per la liberalizzazione delle droghe, affermano che debba essere possibile procurarsene e farne uso. Ma lo fanno per una malintesa ricerca e promozione di libertà: sanno che non ne hanno bisogno, se ne rendono conto. E da risposte come queste hai la conferma che non sono completamente persi: sanno che ci sono delle priorità, alle volte fanno finta di non saperlo. Anzi, talvolta, mi domando se in realtà non facciano finta di stare al gioco, facciano finta di non avere valori, di volere una leggerezza che non ti faccia pensare e non ti faccia cercare un senso alla vita. Giusto per spiazzare te e farti vedere che, se solo lo volessero, potrebbero fregarti quando vogliono. Anche l’adagiarsi su un cliché è una loro scelta e una scelta di comodo: ne sono consapevoli.

“Sembra sola, ma non è così”: se li senti parlare, ti accorgi che i valori non mancano loro, che sono capaci di riflessioni personali, anche se a volte ne sono spaventati. Potresti essere portato a pensare che sia un’eccezione, unica e rara,  che confermi la regola e il tuo pessimismo nei riguardi delle nuove generazioni e delle speranze che da esse possa giungere qualcosa di meglio. Con un po’ di attenzione e di pazienza, scopri un mondo variegato e colorato, in cui, naturalmente, l’accoglienza e l’accettazione all’interno del gruppo di coetanei sono molto importanti, così come riveste un ruolo fondamentale anche l’idea che danno di sé tramite i propri vestiti. Tutto questo perché, nell’adolescenza, i pari età sono il loro specchio per capirsi e capire il mondo circostante.

Ma a loro “piace vivere”. Spesso lo dicono con accenni più o meno velati ad un godimento della vita che rischia di allontanarli dal vero gusto, che si può assaporare – inevitabilmente – nella quotidianità. E, tra nuove tecnologie, nuovi linguaggi e vecchie domande, ancora oggi il mondo degli adolescenti rappresenta un impegnativo esame di coscienza, non solo per gli educatori, ma per tutti gli adulti. Perché ne siamo tutti responsabili.

 

*Riferimenti sparsi, lungo tutta la riflessione, alla canzone dei Gemelli DiVersi “A Chiara piace vivere“, che mi è stata d’ispirazione nella sua stesura.

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