Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

Un altro anno è volato via. L’1 novembre scorso eravamo a New York a correre la maratona, oggi è vigilia di un’altra corsa, ma a Milano e solo di 10k. Per questo domattina ci troviamo all’Arena, alle 10, sul campo nei pressi dello stand Adidas. Ci troviamo per far gruppo, per applaudire i nostri bambini (perché dalle 10 in poi corrono i piccoli sulla pista) e per correre noi dalle 11. Iscrizioni aperte anche oggi (online e domani on site dalle 8.30 sino a poco prima del via). La gara? Si parte e si torna all’Arena, attraversando le vie più belle del centro città, e si corre per beneficenza visto che il ricavato delle iscrizioni andrà a due fondazioni per progetti sui ragazzi, a Milano e Monza.

Per molti sarà l’ultimo allenamento prima del volo verso gli States e prima della maratona di New York, che si corre domenica 7. Devo proprio chiedere a don Camillo – alias don Marco – dove andrà per l’ultimo allenamento prima della partenza, perché so che nella sua corsa/cammino di fede verso la maratona mercoledì prossimo sarà a casa mia, da dove giovedì si va a Linate per decollare. La prima tappa del progetto (che si riempirà poi con incontri, un libro e il traguardo alla maratona di Milano 2011) ci aspetta, e noi aspetteremo chiunque voglia farne parte a New York, a Central Park, venerdì mattina alle 8. Dove? In queste ore vediamo di individuare il posto migliore, perché ci si può radunare all’ingresso Sud, quello a metà della strada che corre a sud – appunto – del parco cittadino oppure a Columbus Circle da dove si può entrare a correre. Ovvio che don Marco abbia in mente qualcosa di speciale per quella mattina, ma non anticipo nulla perché quello è il suo lavoro. Ci troviamo, ci si conosce, capisce, scopre, si fa qualche foto e – ovviamente – si corre. Un lavoro leggero leggero, qualche allunghino per scaricare tensione e fatica del viaggio e poi via: a far colazione, a vedere la città o a ritirare il pettorale (chi non l’ha fatto tra mercoledì e giovedì…). Sarà il primo momento di don Marco a New York, il resto lo vedremo poi.

Ma torniamo a domani, a Milano, alla Media Challenge. Vi aspetto sul prato dell’Arena anche per distribuire alcune cose che ho ricevuto per voi in questi giorni. Ne avevo anche a Fidenza: pantaloncini, ma anche crema Triono e calze Bee1. Ne ho parlato l’ultima volta: il progetto è anche condividere gli “amici”, non posso e non voglio testare da solo i materiali o godere di alcuni vantaggi. Per questo alcune aziende affiancano il Gazzetta Runners Club fornendo i loro prodotti: possiamo provarli, assaggiarli, testarli. A me interessa sapere, capire se e quanto funzionano.

La crema è un supporto per portare l’ozono a disposizione dei muscoli e quindi ridurre – semplifico – il carico di acido lattico. In sostanza vi aiuta a ridurre la fatica pur mantenendo intatta la prestazione e sulle gare lunghe o comunque intense dovrebbe aiutarvi a rendere di più e meglio, a sopportare la fatica e digerire allenamenti duri.
Se la crema è per ogni sportivo, le calze sono studiate apposta per i maratoneti e per i runner, perché alcune dovrebbero aiutare chi ha problemi di vesciche, altre fanno lavorare più comodo il piede e altre ancora – quelle lunghe – sono a compressione graduale e quindi aiutano il riflusso del sangue e quindi la gestione dello sforzo. Ho semplificato per essere breve, domani ma anche a New York e poi a Firenze distribuirò quel che mi è arrivato poi voi mi direte se, come e quanto funzionano. Io ho cominciato a usarli e ho girato il tutto al nostro capitano, Elio Leoni, che a 82 anni sta preparando la maratona di Firenze: lui domattina correrà per tre ore, gli ho chiesto di dirmi come si trova con le calze a compressione graduata e la crema. Vi farò sapere.

 


NOTA – E’ possibile commentare questo post anche sul blog di Manlio Gasparotto cliccando qui.

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