Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

Ma perchè!
“Viviamo nella società della bambagia e dell’ovatta. Oggi si tenta di addolcire tutto: il caffè è decaffeinato, il tonno è così tenero che si taglia con un grissino, i sofficini trionfano, l’auto è comodosa, le olive senza nocciolo. E così abbiamo ragazzi devitalizzati: con la grinta della mozzarella. Simili ai cubetti di ghiaccio che, tirati fuori dal frigorifero, sembrano solidi ma, come toccano il tiepido, subito si sciolgono. In una parola: stiamo allevando ragazzi col sedere di burro! Scusate se l’immagine non è troppo raffinata, ma la posta in gioco è così alta che, in questo caso, ci vogliono parole sopra le righe. Anche don Antonio Mazzi, il sacerdote che si impegna  a recuperare i giovani sbandati, non usa mezzi termini: “Come gridare agli adulti, ai politici, ai preti, agli educatori, agli insegnanti che una nuova malattia è piombata sulla nostra società italiana: l’infarto della volontà?” D’altronde è logico: abbiamo abolito ogni ostacolo dalla vita. I nostri ragazzi non hanno più bisogno di faticare, di combattere. Ebbene, quando una persona non ha più da costruire, da battersi per qualcuno e per qualcosa, è come se fosse morta. Sta qui la radice ultima della fragilità dei nostri ragazzi: troppo benessere sta uccidendo il loro essere. Che fare? Richiamare il sacrificio che abbiamo allontanato dall’educazione. Richiamarla: il sacrificio è la palestra della volontà- Lo so: è un argomento stonato, oggi. Ma resta sempre intonato per l’uomo, per la sua crescita. Per questo dobbiamo parlare. Non già per far soffrire i nostri ragazzi, ma perchè non si può fare niente senza sacrificio” (Don Roberto Stradiotto)

Ma perchè! Col sedere di burro, poi: maledetta omologazione.
Buongiorno!

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