Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

stallatico
Troppo faticoso resistere ad una tentazione: meglio farmela amica e capire ciò che vuole. Il Demonio – “Porco demonio!” lo chiamava mio nonno – era certo che il Cristo fosse un gran pezzo d’uomo: sull’esistenza di Dio, Satana è il primo a fare dichiarazioni spontanee. Ne è così convinto d’averlo tramutato nella sua ossessione insaziabile: di sua Madre, poi, non ne parliamo. E’ troppo convinto, Lucifero, dell’umanità di Cristo: il troppo, però, storpia. E’ uomo, Cristo, ma non uomo-pitocco qualsiasi: è uomo tutto d’un pezzo, di quelli che non scansano la tentazione ma nemmeno se l’amicano per veder cosa vuole. E’ uomo di sguardi pungenti. Dietro la tentazione, Cristo riesce ad intravedere l’inganno nascosto, il vero tranello di Satana: spacciarti merce tarocca come originale. Poi fuggir via e lasciare l’uomo con un pugno di mosche in mano, a leccarsi le ultime golosità.
Cristo è un bocconcino ghiottissimo. Il Demonio, pochi lo vogliono capire, è alla disperata ricerca di cuori puri: quelli pieni di lordura ce li ha in tasca senza aver bisogno di sedurli. Lui, ch’è sterco, non può insudiciare che il pulito: che gli importa del lordume? Essere tentati da Satana, dunque, non è da tutti: è indizio di purità, certificazione di garanzia che l’animo, se non è ancor proprio di Cristo, è certamente sulla rotta di Dio. Assedia Cristo, dunque, perchè è il meglio che il Diavolo trova in circolazione: è legge del fuoriclasse confrontarsi coi migliori, le mezze schiappe son solo d’intralcio. Per tentarlo, poi, non usa i carri-armati e le mitragliatrici: gioca di fioretto. Intavola con Cristo una conversazione teologica. Dei teologi in circolazione, Lucifero è il non-plus-ultra: che nessuno pensi che la lordura-fatta-carne sia un improvvisatore. L’ultima tua fregatura te l’ha cucita su misura, l’ha limata all’eccellenza, te l’ha personalizzata ch’è parsa un piacere. Con Cristo, però, sbatte la testa contro il muro. Mica si arrende, ci prova: «Se tu sei Figlio di Dio, dì che queste pietre diventino pane», la prima offerta. L’Uomo, però, ha già scelto: di gente senza pane né bisaccia ha bisogno, dunque il pane non serve. “Riprova, sarai più fortunato”, lo provoca il Cristo tutto d’un pezzo. Ci casca, il macaco: «Gettati giù!» tanto ti acciufferà al volo l’angelo soccorritore. Quattro capriole per un applauso del pubblico: a Cristo, di conquistare il mondo con gli effetti speciali, non Gli importa granchè. Vuol parlare cuore-a-cuore, non col pubblico pagante. «Gettati ai miei piedi», almeno: per conquistare un regno di cui non gliene frega nulla? Figurati, imbecille: “Il regno che voglio io è di tutta un’altra materia”. Dunque?
Ritenta: la prossima volta informati prima chi sono.
Satana l’ha tentato nel deserto, pensando che il deserto stesse dalla sua parte: «Ciò che rende bello un deserto – disse il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry – è che da qualche parte nasconde un pozzo». La solitudine, per chi è ricco d’anima, è più premio che penitenza: non può sopportarla, invece, la persona mediocre, che non ha nulla d’offrire, spaventata com’è da se stessa e dal vuoto che ha dentro. «Fu sospinto dallo Spirito per essere tentato» è scritto nell’Evangelo a proposito di questo agguato. “Se l’è cercata, Cristo-Dio: di cosa si lamenta, allora?” biascicano gli inservienti di Satana, l’avverso a Cristo. Certo che se l’è cercata la tentazione: non per diletto, ma per mostrare all’uomo che la vera libertà è nell’attimo esatto della tentazione. Pensa all’ultima tua: un attimo esatto prima la vita sembrava oziosa, un attimo esatto dopo ti è parsa frustrata. Solo nell’attimo della tentazione c’è il vero godimento: dove tutto è sospeso, il bene e il male faccia a faccia, nessuno può più dirti nulla. Eccolo il cuore di una tentazione: è per questo che l’orante guerriero prega Dio “Non abbandonarmi in quell’attimo, nella tentazione!” S’è fatto tentare, certo, per mostrare come si fa a sfatare Lucifero: non è invincibile, è pappa-molla. E’ la tentazione a farci uomini: “Non cancellarmela, Signore. Lascia che mi misuri, Tu non abbandonarmi”.
Il cristianesimo, sotto-sotto, è tutto qui: perchè anche la santità è una tentazione.

(da Il Sussidiario, 29 febbraio 2020)

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano (Matteo 4,1-11).

(foto tratta da www.gardeningknowhow.com)

 

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Dal 17 gennaio 2020, in tutte le librerie, il nuovo libro di Marco Pozza dal titolo “Il balzo maldestro” (San Paolo)

«Quella cristiana è la storia del riscatto da un sequestro: Satana sequestra l’uomo, Dio paga di persona per liberarlo. È una storia che si intreccia con l’autobiografia dell’autore, scandita da un’originale rilettura dei complementi di luogo imparati alla scuola elementare. Dal giardino dell’Eden alla gattabuia del Demonio, andata e ritorno, è l’indicazione dell’eterno viaggio della speranza. Poiché tutto può il demonio, ma non cancellare dal cuore la nostalgia di Dio. Nulla hanno ancora potuto stragi, graticole, ripicche: la sua memoria è dappertutto. Basterà poco, il bisbiglìo di un Mistero, per risvegliare nell’uomo il sapore del Cielo. Accadrà come per le anatre domestiche, al tempo delle migrazioni: attratte dal grande volo triangolare delle anatre selvatiche di passaggio, esse «abbozzano un balzo maldestro», disprezzando per un istante il pollaio. Seguendo questa intuizione, suggerita da quello straordinario maestro della narrazione che è Antoine de Saint-Exupéry, Marco Pozza, in questo suo nuovo libro ricchissimo di suggestioni, ci racconta una storia che parla di anatre, di gazzelle e di deserti. Di un sequestro e del suo riscatto. Di una Cittadella da (ri)costruire, oggi più che mai, nel cuore dell’uomo» (dalla quarta di copertina).
(clicca qui per leggere la scheda e acquistarlo online)

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