Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

Maria

Nessuno dei due se l’aspettava una mossa così: né lei, tantomeno lui. Lei no: quel suo tram-tram l’appagava, la faceva sentire donna, in pace con sè, con il mondo intero tutt’attorno. Nemmeno lui se l’aspettava: inquinata la sorgente, nel tempo tutto il fiume sarebbe diventato tale. Maria e Satàn, da fuori, parevano ambedue gente sazia d’essere come erano: lui una scrofa, lei un’anima vergine, luminescente, terribilmente fine. L’unico che, invece, se l’aspettava era anche l’unico in grado di farla accadere quella cosa che più si aspettava, che sentiva infiammargli (pre)potente il petto: “Figliolomio – pare dica Dio a Gabriele, generale d’armata dell’esercito celeste -, quando si è nei guai c’è una sola maniera per uscirne fuori: fare qualcosa di folle, che nessuno s’aspetti, così inaspettata che il nemico rimanga paralizzato dalla sorpresa!” Perchè, da che mondo è mondo, quaggiù siamo tutti professori, fino al giorno in cui arriva un’interrogazione a sorpresa. Preparàti, siamo tutti capaci di rispondere: è quando si viene colti dalla sorpresa, però, che appare la verità di ciò che sappiamo, siamo. “Pàrti! Agguantali entrambi di sorpresa” fu il comando. Comando che, nel tempo, diventerà assalto, l’assalto finale, l’assalto più (dis)armato che la storia racconti: «L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea (…) a una vergine, Maria». Obbedì.
La colse, col pigiama addosso, appena svegliata: è l’attimo migliore per assalire il cuore. In quell’attimo si è miscuglio di opposti: leggermente assonnati e svegli, consci e incoscienti, leoni e molluschi, disposti e indisposti. L’attimo che farà di un giorno qualunque un giorno che mai più nessuno scorderà. Fu un’imboscata in piena regola: «Rallegrati! (…) Concepirai un figlio». L’arte, per essere tale, deve riuscire a cogliere la realtà di sorpresa. E tutto ciò che impariamo, a conti (ben) fatti, l’impariamo dalla sorpresa, l’abbiamo imparato quando siamo stati sorpresi. Lei non se l’aspettava, «fu molto turbata, si domandava che senso avesse un tale saluto». Colta impreparata, mostrò però di essere perfettamente preparata: si concesse il lusso di lasciarsi sorprendere, inanellando un testa-a-testa con il Cielo senza precedenti, senza eguali nei secoli futuri: «Com’è possibile questo?» Siccome è centopercento donna, non misto-donna, (ri)batte a Dio, non si sottomette all’acqua di rosa. Perchè chiedere è lecito, il rispondere è buona educazione: «Lo Spirito santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra (…)» Non c’è nulla di più magico della sorpresa d’essere amati. Scelti da Dio.
Nemmeno l’altro, quella scrofa del Satanasso, se l’aspettava una contro-mossa di così fine fattura. Con mela-e-menzogna, anni addietro, aveva colpito mortalmente la creatura di Dio, l’immagine stessa di Dio. Colpita al cuore, ferita, distratta da Dio e dal Cielo. “Gli ho guastato la sua creatura, l’intera creazione è finita a puttane! Sono un grande”, disse crogiolandosi nel fango del peccato. Non aveva conteggiato la fantasia di Dio che, dopo la creazione, fece suonare la campanella della ricreazione. Entrò in gioco quando Satàn meno se l’aspettava, scaraventò sul tavolo la carta da gioco che il porco mai avrebbe immaginato, mise a ferro e fuoco il cuore stesso dell’avversario: “E questa, porcocane, da dove salta fuori?” si disse imbestialito. Lei, posizionata sul tavolo, sorrise al suo Dio-giocatore. Sorrise come facciamo tutti quando veniamo colti di sorpresa dalla felicità: «Avvenga per me secondo la tua parola» gli disse. L’altro la sentì e temette, tutt’ora trema: Lei è l’unica che non è mai riuscito a comprarsi con una mela, nemmeno con una cassa di mele. Figurarsi con un’illusione.
In un battere d’occhio, Maria scalò tutti i gradini dell’aggettivo: positivo, comparativo, superlativo. Donna, più donna delle altre, (la) più donna. Su-su, fino al superlativo assoluto: (Ma)donna. Il Satanasso, però, non molla: pirla com’è, tenterà di sfidare pure la Madonna. Screditandola di spalle: davanti non osa, non ha palle, non s’azzarda. Non s’accorge, però, che, così facendo, mostra d’essere pure lui un fan accanito di Lei: è come ammettesse, passando per fesso, ch’è imbattibile quella donna. Infallibile.

(da Il Sussidiario, 8 dicembre 2021)

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei (Luca 1,26-38).


Tempo d’Avvento

I^ Domenica d’Avvento, L’attenzione di Veronica, 28 novembre 2021
II^ Domenica d’Avvento, Le cose belle hanno il passo lento, 5 dicembre 2021


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