Ha la passione dell'imprevisto. È un Dio in agguato

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Cos’è il peccato è presto detto: «Il peccato – scrive Caterina da Siena – non è altro che amare quello che Dio odia e odiare quello che Dio ama». L’unica parola che usa il Demonio quando vuole spingerci-giù è sempre la stessa: “Oh, non è niente!” C’è un che di fascinoso, nel peccato, che lo rende indicibilmente desiderabile. In caso d’incidente, però, Lucifero non risponderà: la truffa è stata servita. La risposta sarà una grassa risata. L’assicurazione di Cristo, invece, ha nome e cognome: Maria di Nazareth. In caso d’emergenza, interverrà: “Ci siam persi per strada, vienici a prendere tu, Maria”. Detta così, senz’arrossire: perché il vero dramma non è il peccato, è la disperazione. Nell’Ave Maria c’è traccia del peccato. Dopo l’elogio spudorato in merito alla sua bellezza – «Santa Maria» – e la certezza d’avere generato non solo Gesù ma addirittura Dio – «Madre di Dio» -, l’orante passa alla richiesta di intercessione: «Prega per noi, (Maria)». La si prega perché preghi per noi che siamo «peccatori». Il peccato, la preghiera per i peccatori, sarà il tema della VII^ puntata del programma di TV2000 Ave Maria, in onda martedì 27 novembre, alle 21.05, dal titolo: «Prega per noi peccatori». Perchè scomodare Maria che ci aiuti a venir fuori da questa disavventura?
Perché ogni volta che preghiamo – che supplichiamo la gente di pregare per noi – è come se distruggessimo un po’ del male che possediamo. Del quale siamo stati vittime, forse anche carnefici. E’ la storia di Antonio (nella foto in alto), dai quartieri di Scampia ad una cella di galera, regime di alta sicurezza. “È pericoloso”, dice di lui la legge, quella che non salva. “Non mi mancava nulla. Il Demonio mi ha fregato: io ci sono caduto”. Come dire: “Ho commesso il peggiore tra i peccati possibili: non sono stato felice”. Con la giustizia ha trentuno anni da scontare. In quanto ad onestà, è in fase di perpetua accelerazione. Quando parla, chiude gli occhi: dice di vederci meglio. «È così – mi dice nel suo accento napoletano -. Il male ti-tira. È un buco che non sbuchi. Ti ammazzano. Non so come: mi sono rovinato la vita. Facendo il fioraio potevo avere tutto: mi sono goduto tutti i soldi guadagnati onestamente. Ma, onestamente, quella non-era-vita. Capisci perché si chiama malavita?». Infiniti cambi di residenza dietro le sbarre. A Poggioreale: i primi quaranta giorni di isolamento, poi la scarcerazione. Nove anni di carcere a piede libero, in attesa di una sentenza che fosse definitiva. Poi la condanna, l’arresto. Da Poggioreale a Secondigliano, giusto davanti casa. Poi a Padova, sua attuale residenza. Nato giardiniere, si è improvvisato malandrino, temibile guastafeste. Nel carcere di Padova è l’addetto alle verdure. Di domenica, poi, arrotonda lo stipendio che non c’è: è il mio chierichetto. Adesso non sarei più capace di celebrare messa senza di lui. Antonio, il giardiniere, è il mio piccolo diavolo custode. Sbagliare è umano. Ammetterlo è sovrumano.
Per ammetterlo, e poi riuscire a raccontarlo, «serve il silenzio fuori ma la vita dentro» ha scritto in suo bellissimo romanzo Cristina Comencini (nella foto in basso), donna d’arte e di maternità, la cui sfida è quella di continuare a gettare luce dentro le tenebre. Questo, infatti, è il compito stesso dell’arte:, l’identità dell’artista «Cerco sempre di partire dalle singole vite – ci confida durante la nostra conversazione – per poi arrivare a raccontare la storia con la maiuscola». È la drammaturgia della vita stessa. Varrebbe la pena di affrontarla come si affronta un grande signore: mettendosi di fronte, aspettando ci dica qualcosa. Pregare, chiedere a qualcuno di pregare per noi, è affrontare il Cielo mettendosi a nudo, aspettando ci dica qualcosa. Il guadagno, poi, di ammettersi peccatori-nudi è scoprire d’avere una Madre che prega apposta per noi: «Dopo il titolo Madre-di-Dio – confidò la Madonna alla beata suor Maria Villani -, mi vanto di essere chiamata l’avvocata dei peccatori». Lei, Maria, ne sa sempre una più del diavolo. Per questo la odia.
Se, pregando, si alza un uomo migliore, la preghiera è stata esaudita.

(da Maria con te, 24 novembre 2018)

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