Chi dite o chi sono?

“La gente chi dice che io sia?”. Ma, più ancora: “Tu chi dici che io sia?”. Questo domanda Gesù. Ai suoi discepoli. A Pietro. A ciascuno di noi.
Le talpe di Lisbona

Le luci mondiali, per qualche giorno, han illuminato gli angoli più remoti del Parque Tejo a Lisbona: lì, dopo le stagioni difficili della pandemia, il popolo della gioventù si è dato appuntamento. Quando l’annunciò a Panama nel 2019, Papa Francesco disse: «Non so se ci sarò io, ma di sicuro ci sarà Pietro». Immagine stupenda di […]
Appuntamento al buio

L’appuntamento, quei due viandanti diretti verso Emmaus, se l’erano fissati fissato nella piazzetta della città della delusione: “Ti va se partiamo stasera, Cleopa? Qui non ha più senso rimanere. Andiamo!” Cleopa, con un flebile cenno del capo: “Andiamocene, amico. In quale delusione ci troviamo: nella mia oppure nella tua?” Quella sera c’era l’imbarazzo nella scelta […]
Cristo troverà sempre il finale migliore

Chi se ne va di casa non sempre se ne va sbattendo la porta, per forza con il muso duro. C’è anche chi se ne va per andarsi a prendere una boccata d’aria, perchè non ne può più del clima che si respira dentro. O, semplicemente, perchè sa bene che, allontanandosi, i problemi si vedranno […]
Le (ma)donne dei piedi

Mentre camminano rasente al muro, quasi fossero delle ombre nell’ombra, le pie donne tacciono: “Acqua in bocca!” Sono imbacuccate di silenzio e di tanta solitudine. Quand’hanno la certezza che la città è ancora a letto, si riuniscono in gruppo – come quando s’andava al mercato di giovedì – e balbettano parole di una attesa non […]
Le domande sulla soglia

Domande sulla soglia: interrogano, spiazzano, mettono in discussione, rimettono in cammino. Perché essere insegnanti non è solo trasmettere nozioni…
Tra le macerie, il sorriso di Aala

Le persone non sono numeri. Sono tutti i loro legami, le relazioni: ce lo ricorda il sorriso di una bambina, estratta viva dalle macerie. Due sorelline, impaurite, spaventate, raggomitolate sotto le macerie, prima che i soccorritori potessero estrarle. A Idlib, in Siria, in uno dei tanti luoghi raggiunti dalla furia del terremoto.
Famiglia: tra (supposto) anacronismo e profezia

Famiglia. Quasi un anacronismo, se pensiamo ai nostri giorni, in cui vediamo i matrimoni (in particolare, cattolici) in vertiginoso calo e una visione socio-politica che ci offre uno sguardo sempre più pessimista, verso coloro che, andando controcorrente, hanno il coraggio di mettere al mondo dei figli. Ma se guardiamo lattualità in cerca dei segni dei tempi, possiamo scorgere la profezia di una festa che racconta qualcosa di profondamente umano. Senz’amore, viviamo nell’illusione di poterci dominare come un animale alla catena. Ma le catene più efficaci sono sempre quelle dell’amore. Come un “ti amo” aiuta più di mille sermoni, perché, quando sincero, rimane impresso sotto pelle, come un tatuaggio indelebile, così, la Parola di Dio, in un cuore disposto ad accoglierla, penetra più di una lama a doppio taglio. erché, se la Parola, in Cristo, si è fatta carne, già in questo abbiamo l’attestazione più concreta che “Dio è amore” (1Gv) e che è nello sguardo reciproco con cui condividiamo la nostra umanità che un riflesso dell’amore di Dio può risplendere nel mondo.
Gli regalarono un viaggio

Non l’oro, come ci hanno sempre fatto credere. Nemmeno l’incenso, figurarsi la mirra: “Oro, incenso e mirra hanno regalato i Magi al Bambinello!” Figurarsi se, intelligenti com’erano quei tre, si sarebbero perduti dietro a delle chincaglierie così, immaginandosi all’ingresso della grotta: la spontaneità di quei doni, nel caso, sarebbe stata uguale identica alle risate del […]
Quanti Gesù nascono a Natale?

hanno capito che Gesù non va messo in anticipo, perciò lo nascondono dietro la capanna.
Ma la meraviglia mi ha colto qualche giorno fa, mentre spegnevo le luci su quel piccolo panorama palestinese… Dietro la mangiatoia non c’era più un Gesù bambino, ce n’erano tre. Uno per ogni figlia, uno per ciascuno.
Quale genio hanno i bambini lo sa solo il buon Dio. Noi adulti, infatti e giustamente, pensiamo che Gesù sia uno per tutti, ed è così, effettivamente. Ma i bambini devono concretizzare questo suo “essere per tutti”, devono rendere visibile che Lui è per te, per me, per noi. Perciò eccolo lì, dietro la capanna, in attesa anche lui, visibile in tre statuine simili, ma non uguali.
Quelle tre statuine insegnano a me, questa volta, che proprio perché il figlio di Dio è per tutti, ognuno instaura una relazione personale con Lui, nella propria vita, nelle stanze del proprio cuore. La relazione che avrò io con Lui non sarà quella di un altro, mai, sarà originale e irripetibile. Questo lo hanno capito tre bambine che insieme non fanno ancora sedici anni. Quella statuina rappresenta il loro piccolo, enorme, desiderio di avere, di intessere una relazione a tu per tu con Gesù. È un simbolo tenerissimo e magnifico della loro fede nascente.