Lo spreco tenace di Dio

Virgulto in terra arida

La liturgia della domenica che precede la Pasqua prevede, come prima lettura, il quarto carme del servo del Signore di Isaia (capp. 52-53), che la tradizione cristiana ha riletto alla luce del kerygma  cristiano di morte, passione e risurrezione di Cristo: Gesù, come il servo, ha sofferto, ma, nella risurrezione, è stato rivestito della gloria […]

Il “grande sconosciuto”

Babel Tower - under construction

Dio è Dio e “i suoi pensieri non sono i nostri pensieri”, ma lo Spirito Santo ci aiuta a capire che si tratta di un Dio al quale poter dire “Abba (papà)”, che vuole il nostro bene, sempre. Anche quando non lo comprendiamo. Ecco perché è necessario essere docili allo Spirito e alle sue sollecitazioni: Egli, l’Amore che lega il Padre al Figlio, è il solo che può invitarci all’interno di questa comunione, mostrandoci, in azione, la novità portata dalla Parola, fatta carne. Non agisce mai al posto nostro, ma ci aiuta a comprendere la preghiera migliore con cui rivolgerci al Padre, senza sprecare parole come i pagani, senza metterci al posto di Dio, né “dargli ordini”, ma confidando in Lui con la certezza di essere ascoltati e compresi perché da lui proveniamo e in lui ci muoviamo.

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