matrioska
Il riscatto pagato per la liberazione è stato altissimo, il più alto riscatto mai più versato nella storia dell’umanità. Paolo, tagliateste divenuto apostolo in virtù della Grazia, si sforzò di quantificarne la somma: «Dio mandò il suo Figlio per riscattare coloro che erano sotto la legge, perchè ricevessimo l’adozione a figli», (Gl 4,4-5). L’uomo manco si era accorto d’essere schiavo della Legge: Dio, ch’è Padre premuroso, piuttosto di sapere i figli in mano ai sequestratori, decise che avrebbe pagato Lui in persona il riscatto. Pagò in natura, mettendo sul tavolo il Figliolo suo. Non lo mandò nel mondo allo sbaraglio, lo mandò «nella pienezza dei tempi», cioè dopo che tutte le trattative erano state avviate, tramite i profeti-ambasciatori. Dopo che tutti i negoziati erano andati a vuoto: inascoltati, irrisi, sbeffeggiati. Quel riscatto, iniziato a Betlemme, entrò di diritto nella storia, fece storia: la Croce – mica il Padre voleva che il Figlio finisse così, ma per rispetto della libertà accettò finisse così – divenne il riscatto per tutta l’umanità: d’allora, se accetterà, nessuno più sarà schiavo della legge. Dell’uomo, delle sue manie.
Rinunciò a se stesso, Cristo, per una dose esagerata d’amore: sognava di vedere le creature vivere libere dai laccioli della legge, delle leggi bischere degli umani. Quando risorse – e risorse perchè Iddio non poteva lasciarlo prigioniero della morte, volle fare giustizia! – non avanzò pretese per il fatto d’aver riscattato l’uomo: se un gesto lo rinfacci non è più una rinuncia, diventa ricatto. Dio, però, non volle mai che il riscatto divenisse ricatto: fece di tutto perchè rimanesse una forma d’amare, la forma più esosa ed esagerata d’amore. Morire per amore, dal momento che «nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13). L’uomo fatica a credere a quest’amore, fatica pure nel credere a questo Dio: ci spera in Dio, lo va cercando, auspica che sia vero per davvero, si augura non sia tutta una farsa. Più che creduto, quello cristiano è un Dio sperato: “Troppo bello per essere vero: e se fosse tutta un’illusione?”. Satàn è violento: dare dell’inaffidabile a Dio è il suo passatempo preferito. Quando era in vita Cristo, spargeva voce che l’Uomo fosse un illusionista, uno di quelli che usano gli uomini per farsi belli. Quando risorse – Satàn è un animale da macello di quelli duri da morire – cambiò versione: “Vedrete che dura poco questa gioia: vi lascerà piantati di punto in bianco!”. Per questo Cristo ritorna, appare a destra e a manca, a uno e a diecimila: per incoraggiarli, per dire che non è niente vero (neanche stavolta) tutto quello che il Demonio va dicendo. Per chiedere loro se sarebbe logico pagare un riscatto così alto per liberare un figlio e poi lasciare il figlio ancora in balia dei sequestratori. Eccolo, dunque, il Dio della consolazione e del grande riscatto: «Non vi lascerò orfani, verrò da voi». Mai più soli.
E’ l’orfanezza l’ultima tentazione di Satàn: “Dio vi ha abbandonati, il Cielo è vuoto, siete rimasti orfani!” Lui, come risposta, ritorna: ricomincia, fa un ripasso, si mette a riordinare i cuori. Spiega loro il futuro in maniera semplicissima, come se l’Eternità fosse una di quelle meravigliose matrioske russe d’altissima fattura: «In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio, voi in me, io in voi». Uno dentro l’altro: Lui nel Padre, noi in Lui, tutti assieme appassionatamente. Se non è un sogno questo, poco ci manca! Un’unica condizione: «Se mi amate (…)». ll Demonio questo lo chiama ricatto, per Cristo è l’accordo per il riscatto: nessuna salvezza controvoglia, nessuna conversione forzata a Lui, nessun proselitismo a favore del Cielo. Unica condizione la libertà, anche di rifiutare quell’amore: “Io voglio rimanere sequestrato, schiavo: non m’importa essere liberato da te”. Per amore, anche questo ha messo in conto Dio: non per questo, però, si arrende. Stazionerà ad oltranza sulla soglia del covo dei malviventi: pronto a versare il riscatto qualora l’uomo ci ripensasse. Il suo riscatto non prevede nessun ricatto.

(da Il Sussidiario, 16 maggio 2020)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui» (Gv 14,15-21).

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