Citazione della settimana
" Ho avuto dubbi come chiunque altro. Quando ci troviamo fermi ai nastri di partenza, siamo tutti vigliacchi. "
(Alberto Salazar, tre volte vincitore della maratona di New York)

Questo ci induce a pensare che questa settimana sarà quella cruciale, anche se la alla fine sarà lui a decidere cosa fare (come in tutte le altre cose). La sensazione è quella che abbia voglia di mollare la presa per poter dare il massimo altrove. In fin dei conti lui l'ha sempre detto che la corsa è solo il pretesto e la carota per raccontare tutt'altro. Anche se – e questo va detto per rendere giustizia e non accampare scuse – il fattore tecnico/agonistico è sempre stato pure un bell'obiettivo per il quale faticare e applicarsi. Comunque sia la corsa è solo un gioco, una bellissima metafora se vogliamo, uno splendido passatempo: nulla di più.
Sopratutto nella vita di un prete.
La settimana in causa prevedeva i soliti sei allenamenti: quattro di corsa normale e due impegnativi. Il primo – fatto nella zona di Villa Doria Pamphili – comportava una serie di variazioni: 5 volte i 1000 m. a 3'50"/km intervallati da 1 km a 4'10"/km (guarda i dati). Questo tipo di lavoro permette all'atleta di abituarsi ai cambi di ritmo, aspetto assai utile poi nell'impostare una gara. Il secondo lavoro specifico (molto impegnativo) prevedeva di correre 18 km al ritmo della maratona. Questo lavoro è stato fatto sabato mattina nello Stadio di Caracalla (guarda i dati).
A ben guardare i tempi registrati un po' ci si illude: perfetti, rispettati, convincenti. La forma fisica è alle stelle come in nessun altro periodo precedente: la testa pone degli interrogativi. Aggravati (e questo gioca nettamente a suo sfavore in questo momento) dal fatto che il nostro atleta si allena tutti i giorni da solo: questo contribuisce a caricare oltremisura la fatica mentale nel preparare una maratona.
Ai suoi allenatori in questa settimana regaliamo un suggerimento:
Nei manuali di Leadership non ha mai la giusta rilevanza, eppure un bravo Capo per appassionare deve essere sopratutto un grande comunicatore. Un leader diventa carismatico quando riesce a fare cose che i giocatori non pensavano di essere in grado di fare e quindi li porta ad andare oltre i propri limiti.Morale della favola: la situazione è complicata e delicata sopratutto per chi avrà il compito di parlarci nell'arte della convinzione. Nel corso di questa settimana vedremo il da farsi. Dopotutto, come scrisse qualche giorno fa don Marco nel suo profilo di Facebook, varrebbe bene applicare quello che disse Christof Innerhofer, oro mondiale nel gigante: "Per andare forte ogni tanto bisogna fermarsi". Nel frattempo hanno deciso di dare forfait alla "Roma-Ostia" di domenica prossima.
Come certi professori al liceo: hai in odio la matematica, ma il tuo insegnante ha carisma, è un attore consumato, quando spiega ogni cosa nell'aula diventa numero. Ti incanta, ti imbriglia e siccome ti innamori di lui, decidi che in fondo i numeri non sono poi così complicati. Accetti la sfida, e quel professore lì non lo scorderai mai più.
(G. Montali, Scoiattoli e tacchini, Come vincere nelle organizzazioni con il gioco di squadra, Rizzoli, Milano 2008, 121)
Da Roma – per sullastradadiemmaus.it – è tutto: speriamo in tempi migliori.
Commenti
"...alcuni uomini vedono le cose così come esse sono
e si chiedono 'perche?'.Io sogno cose che non sono
mai state e mi chiedo 'perchè no?'" (J.F.Kennedy)
un abbraccio
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